Immigrati: l’EU vuole impronte prese a forza, il governo che fa?

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La richiesta dell’Ue di prendere le impronte digitali ai migranti anche con l’uso della forza, sommata all’invito di aprire nuovi hotspot e alla recente procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese, sta a testimoniare che questo governo sia sui ricollocamenti, sia su Dublino, sia sull’apertura di hub nei Paesi di transito non solo non ha ottenuto un bel niente, ma ha mentito e oggi è sotto scacco perpetuo dell’Unione Europea.
Del resto il motivo per cui l’esecutivo non vigila su una corretta identificazione è piuttosto chiaro: vogliono lasciar far andare i rifugiati in altri Paesi europei, ma l’Europa se n’è resa conto ed ora ci batte cassa, spingendosi persino a posizioni che rischiano di travalicare la Convenzione europea per i diritti dell’uomo (Cedu). Solo per questo a Bruxelles dovrebbero vergognarsi.
In ogni caso appare evidente che siamo al punto di partenza: l’Ue continua a fregarsene dell’emergenza in cui versa l’Italia e oggi la propaganda del governo che nelle ultime settimane si era riempito la bocca di celebri frasi come ‘superato Dublino’ o ‘partite le quote’ fa acqua da tutte le parti. Il solo risultato ottenuto è stata la ripartizione di 130 richiedenti asilo. Peccato che secondo Renzi ed Alfano sarebbero dovuti essere 40mila.