Renzi, il premier mai eletto che straparla di democrazia

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Oggi il Presidente del Consiglio si è improvvisato difensore della democrazia, lui che è arrivato a Palazzo Chigi senza mai passare per le urne e senza essere stato scelto dagli elettori.
Terrorizzato da un M5S che cresce e raccoglie sempre più consensi nel Paese, il premier si avventura in un attacco patetico, sostenendo che nel Movimento c’è qualcuno che indica cosa fare attraverso il Blog e che questo è la negazione di una comunità democratica.
Il M5S, però, le sue scelte non le cala dall’alto, nel Movimento a decidere sono gli iscritti certificati attraverso votazioni in Rete. Il governo, invece, ha rinunciato da subito al confronto e all’ascolto con i cittadini, varando leggi che non rispecchiano nè il bene del Paese nè gli interessi degli italiani.
A memoria del premier, ricordiamo:
l‘Italicum, la legge elettorale che di fatto toglie ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti, nonostante gli italiani si siano dichiarati contrari alla presenza dei capilista bloccati;
la riforma costituzionale, spacciata per abolizione del Senato, ma che in realtà porterà nella Camera alta i nominati raccattati dai consigli regionali. Eppure, gli italiani anche in questo caso si sono più volte espressi a favore di un Senato elettivo;
il #DdlDistruzione, a cui si deve il ‘merito’ di aver ricompattato studenti e insegnanti di tutte le età, facendoli scendere tutti insieme in piazza contro la riforma del governo che ha smantellato la scuola pubblica. Nessuno li ha mai ascoltati, la finta consultazione è stato solo un tentativo di propaganda politica. (Il M5S da quando è in Parlamento organizza annualmente gli Stati generali della Scuola, un momento di ascolto e di partecipazione che ha portato i suoi frutti, con molte proposte raccolte e portate nelle Aule parlamentari);
la legge Boccadutri, che porta la firma di un parlamentare del PD, con la quale tutti i partiti si sono intascati, senza uno straccio di controllo sui propri bilanci, 45 milioni di euro, nonostante la volontà degli italiani fosse stata chiaramente espressa nel referendum del 1993 che abrogava ogni tipo di finanziamento pubblico ai partiti.
A proposito di democrazia interna dentro al partito di cui Renzi è segretario, riportiamo questo post del portavoce M5S al Senato Vito Crimi in cui potete leggere le email (arrivate a tutti gli indirizzi di posta elettronica istituzionali di senatori e deputati) inviate da alcuni parlamentari del Pd (e di altri partiti), che in queste ore denunciano il clima in cui si stanno svolgendo le elezioni dei giudici per la Corte Costituzionale. Buona lettura.