Caporalato, aziende le maggiori responsabili

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Roma 13.05.2016 – “Inaccettabile che l’agroalimentare made in Italy, che si contraddistingue nel mondo per l’elevata qualità delle produzioni, permetta all’interno della propria filiera produttiva l’esistenza del caporalato e, in generale, un livello molto basso della qualità delle condizioni del lavoro e dei diritti delle persone. Un’ingiustizia che spesso affonda le proprie radici nell’illegalità e che costa alla nostra agricoltura fino a 17 miliardi di euro, come documentato dal nuovo rapporto Agromafie”. Lo dichiarano i deputati del M5S della Commissione Agricoltura.
“Appoggeremo senza indugio tutte le proposte volte a sradicare caporalato e sfruttamento illecito dai territori interessati dal fenomeno, coscienti che la problematica si estende a livello nazionale e che spesso le maggiori responsabilità ricadono proprio sulle aziende che operano in regime di concorrenza sleale nei confronti dei soggetti virtuosi – spiega il deputato 5stelle Massimiliano Bernini, presente alla presentazione del rapporto Agromafie della Flai-Cgil – Il testo di legge del Governo, pur essendo un punto d’inizio, presenta diverse e gravi falle. Per togliere ossigeno ai caporali ed a tutto il sistema di filiera sporca è necessario modificare il mondo del lavoro in ambito agricolo in modo che l’intermediazione tra domanda ed offerta torni in mano pubblica e nella massima trasparenza, mettendo a sistema le banche dati Agea, l’Inps e tutti i soggetti coinvolti, affinché possano essere intensificati i controlli incrociati. Come richiesto nella nostra risoluzione – conclude Bernini – è necessario istituire un numero rosso al quale possano rivolgersi tutte le vittime di sfruttamento accompagnato da una campagna di sensibilizzazione nazionale ed una informazione sui diritti dei lavoratori rivolti ai cittadini stranieri e italiani”.