Calais: l’Europa non da risposte ma costruisce muri
La notizia della costruzione di un muro a Calais è l’ennesima dimostrazione del fallimento delle politiche europee in materia di gestione dei flussi migratori. L’approccio repressivo delle misure finora adottate, su tutte l’assurdo accordo con la Turchia, non hanno prodotto alcun risultato, anzi hanno complicato ulteriormente la condizione di Italia e Grecia. Sulla stessa scia è la paventata chiusura della frontiera da parte della Gran Bretagna, dalla quale scaturirà un pericoloso “effetto tappo” sul versante nord: tutti coloro che non riusciranno ad arrivare dall’altra parte della Manica, torneranno indietro e cercheranno una qualche collocazione negli altri paesi europei. Se la soluzione è costruire muri, mettere filo spinato intorno all’Europa, significa semplicemente mettere la testa sotto la sabbia e non saper affrontare con responsabilità corale un problema epocale”.
I deputati M5S della commissione CIE-CARA Giuseppe Brescia, Vega Colonnese e Marialucia Lorefice prendono le distanze da quando sta avvenendo a Calais: “In Italia siamo al di fuori di qualsiasi legge con la costituzione degli hotspot, accordi di polizia con stati che violano i diritti umani come quelli con il Sudan, ugualmente i muri non hanno nessun fondamento giuridico. Tutto questo soddisfa un falso senso di sicurezza che diventa non solo inutile ma dannoso perché il problema non viene affrontato in maniera strutturale. Basta ingannare i cittadini con misure provvisorie, basta calpestare la dignità di chi scappa da zone di guerra: la politica italiana e quella europea dovrebbero vergognarsi della loro incapacità di affrontare il problema migranti