Referendum: il quesito truffa finisce davanti al TAR

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Il quesito del referendum è una truffa, una propaganda ingannevole, l’ennesima trovata di Renzi per prendere in giro gli italiani.
Per questo anche il M5S ha presentato ricorso al TAR del Lazio contro il testo del quesito in quanto scritto in violazione della legge. Il testo del quesito, infatti, contrariamente a quanto previsto dall’art. 16 della Legge n. 352 del 1970 non specifica l’indicazione degli articoli oggetto di revisione e di ciò che essi concernono e risulta, pertanto, palesemente ingannevole per i cittadini.
Vista la delicatezza della materia oggetto del referendum, ovvero la nostra Costituzione ed i nostri diritti fondamentali, è necessario modificare il testo inserito sulla scheda di votazione che è totalmente fuorviante dalla realtà e rappresenta per i cittadini una vera e propria truffa.
E su questo il Presidente della Repubblica non può tacere.
Il quesito parla di altro. Imbroglia i cittadini perché non dice cosa cambierà realmente.
Il testo non indica che, con la vittoria del SI, l’elezione dei senatori verrà effettuata ad opera dei segretari dei partiti anziché dei cittadini.
Il testo non dice che sarà concessa l’immunità a consiglieri regionali e sindaci.
Il testo non dice che sindaci e consiglieri regionali faranno un doppio lavoro e verranno a Roma a spese dei cittadini.
Il testo non dice che saranno mantenuti tutti i costi fissi del Senato.
Il testo non dice che ci sarà un accentramento delle competenze regionali, e che ciò vale solo per le 15 regioni ordinarie, escludendo le regioni a statuto speciale.
Il testo non dice che sarà triplicato da 50mila a 150mila il numero delle firme necessarie per presentare leggi di iniziativa popolare.
Il testo non dice che il futuro Senato, fatto da consiglieri regionali e sindaci, avrà l’ultima parola sulle questioni europee, su materie delicate come trattati internazionali e sulla permanenza o meno nell’UE.
Il testo non dice che la riforma darà vita ad una serie infinita di conflitti tra Camera e Senato che rallenteranno di fatto l’attività legislativa.
Sono oltre due anni che il M5S denuncia questo inganno, presentando emendamenti in aula volti a modificarne il titolo al fine di rendere chiaro il contenuto di questa cosiddetta riforma.
Auspichiamo, dunque, che il TAR del Lazio accolga la nostra richiesta e che i cittadini italiani possano essere messi nelle condizioni di esprimersi su un quesito che rispecchi fedelmente il vero contenuto di questa riforma, ben lontano di quello che il Governo sta tentando di raccontare.