Il Governo regala il nucleare italiano ai cinesi

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Il governo italiano mette in mano cinese un settore strategico come quello del nucleare. E lo fa in gran segreto, senza coinvolgere il Parlamento in una discussione aperta e trasparente, come ha denunciato il senatore M5S Gianni Girotto. Affidando invece la notizia alla stampa e mettendo i cittadini di fronte al fatto compiuto. Secondo quanto pubblicato da Milano Finanza, infatti, il ministro Carlo Calenda è attore principale di un progetto di fusione tra due aziende del nucleare: la società di stato Sogin e la Ansaldo Nucleare, controllata da Ansaldo Energia il cui 40% è in mano al colosso cinese Shangai Electric.
L’ipotesi di questa fusione ci preoccupa molto. Anche perché Sogin e Ansaldo hanno missioni aziendali opposte. La prima dovrebbe occuparsi di smaltire le scorie radioattive, costruendo un nuovo deposito nazionale e smantellare le nostre quattro vecchie centrali nucleari: Trino, Caorso, Latina e Garigliano, e gli impianti Enea di Saluggia, Casaccia e Rotondella oltre che l’impianto Fabbricazioni nucleari di Bosco Marengo. Mentre la seconda costruisce reattori nucleari in Cina, in Romania e in Slovacchia.
Che cos’hanno in comune le due società? Apparentemente poco. A meno che il governo stia pensando di inaugurare un nuovo risorgimento nucleare italiano. Facendolo passare attraverso la scomparsa della pubblica Sogin, nata e finanziata dalla bolletta elettrica dei cittadini – oltre 300 milioni di euro l’anno – per dare seguito alla volontà popolare di chiudere i conti con i reattori atomici.
La nostra reazione è stata immediata, lanciando un’interrogazione urgente per chiedere a Padoan e Calenda sulla faccenda. Se la notizia fosse vera, il governo dovrebbe chiarire quali siano i futuri piani per il decommissioning e la realizzazione del deposito nazionale. Ma soprattutto l’apertura ai cinesi delle nostre strategie mettono a rischio attività rilevanti per la politica e la sicurezza nazionale, che indeboliscono il nostro Paese.