Referendum: la Boschi fa propaganda con i fondi pubblici?
Oggi il M5S in aula ha fatto una domanda precisa al Ministro Boschi: quanti soldi ha speso nel suo tour in Sudamerica, per inanellare una serie di comizi a favore del SI al referendum con i soldi dei contribuenti?
Maria Elena Boschi non si è vista in aula per risponderci di persona. Al suo posto, ha mandato il Ministro degli Esteri per spiegare suoi viaggi elettorali mascherati da missione istituzionale. Un’ammissione di colpa?
In effetti, usare i soldi dei contribuenti per fare dei comizi per il Pd è poco etico. Ancor meno lo è arruolare i rappresentanti del corpo diplomatico italiano e le sedi estere alla stregua di volontari per la campagna referendaria a favore di una sola delle parti in gioco. Un uso spregiudicato, quindi, anche di organi ed istituzioni pubbliche trattati come dipendenti di partito, nonché della stessa carica ricoperta, e rappresenta un abuso. In Canada lo scorso 3 ottobre il circolo Pd di Toronto ha organizzato una conferenza sulla riforma costituzionale dove era prevista anche la presenza dell’ambasciatore Gian Lorenzo Cornado. Nelle locandine relative all’iniziativa, peraltro, oltre al simbolo del Partito democratico, figurava il logo ‘Basta un Sì’, rendendo così evidente di come si trattasse di un’iniziativa politica e di indirizzo circa il prossimo referendum costituzionale.
Ma quale missione istituzionale, allora! La Boschi dovrebbere chiedere scusa agli italiani e restituire i soldi spesi, fino all’ultimo euro, per i suoi comizi referendari.
Question Time di Fabiana Dadone e Andrea Cecconi