Nostra proposta risolve il problema dei call center

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La drammatica situazione che oggi stanno vivendo i 2.500 lavoratori di Almaviva potrebbe estendersi a macchia d’olio mettendo a rischio gli oltre 70-80 mila lavoratori che attualmente lavorano nei call center, se il governo non prende immediatamente provvedimenti in merito.
Solleviamo da molto tempo la necessità di ridisegnare subito tutto il settore e ciò sarebbe possibile se il disegno di legge del Movimento 5 Stelle, a prima firma Cominardi, fermo alla Camera, venisse approvato. La nostra proposta, risolverebbe tutte le problematiche che sono state denunciate dalle parti sociali in audizione al Senato alla quale hanno presenziato i portavoce Nunzia Catalfo e Sergio Puglia. Tra i principali obiettivi del pdl, infatti, c’è la limitazione delle delocalizzazioni stabilendo delle sanzioni precise, nonché l’aumento dei controlli e l’introduzione di disincentivi.
Nell’audizione è emersa altra problematica, non di poca rilevanza che è stata creata dal Jobs Act.
Mentre prima della ‘riforma’ i call center che delocalizzavano l’attività in altri paesi non potevano giustamente usufruire di alcun tipo di sgravio per le assunzioni (Art. 24 – bis comma 3, D.l. 22.06.2012 n. 83), con l’introduzione del Jobs Act, non è stata più prevista da parte del governo detta limitazione e quindi anche i call center che hanno delocalizzano la propria attività all’estero hanno potuto usufruire di tale beneficio, ovvero, degli sgravi contributivi. Questa lacuna ha comportato gravissime disuguaglianze concorrenziali. I call center che operano nel settore da molto tempo, infatti, e che non hanno delocalizzato il servizio, sono stati impossibilitati ad assumere nuovo personale per colpa della crisi e quindi non hanno potuto usufruire degli sgravi. Sgravi invece che sono stati utilizzati dai ‘nuovi call center’ che hanno non solo delocalizzato la loro attività, sfruttando i minor costi per l’attività di impresa all’estero, ma hanno assunto addirittura personale straniero risultando così molto più competitivi rispetto a società più qualificate che sono rimaste in Italia, aggiudicandosi appalti con il criterio del massimo al ribasso.
Il problema appena descritto potrebbe essere stato evitato se il governo e la maggioranza, al momento della discussione del provvedimento avessero ascoltato le denunce e approvato alcune delle proposte del Movimento 5 stelle. Alcuni degli emendamenti presentati, infatti, prevedevano di limitare lo sgravio contributivo previsto dal governo, concedendolo soltanto alle imprese, che svolgono la propria attività nel nostro territorio e che contribuivano per davvero alla creazione di nuovi posti di lavoro.
La situazione di Almaviva che mette a rischio il futuro di 2500 lavoratori nonché dei 150 lavoratori palermitani che saranno obbligatoriamente trasferiti in altra sede, dimostra che non c’è più tempo da perdere. Per tale motivo, il Movimento 5 stelle ha chiesto che il nostro disegno di legge venga immediatamente discusso, auspicando che il governo ponga fine alla propria inerzia.