Il Dl Fiscale è l’ennesimo spot pre-Referendum

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Renzi ha scorporato il decreto fiscale dalla legge di bilancio così da approvarlo prima del referendum. Il voto di imprenditori e professionisti pesa e il premier cerca così di invertire i sondaggi negativi. Ma se gli stessi imprenditori e professionisti leggessero attentamente il decreto non ci sarebbe nulla di cui ringraziare.
Nel dettaglio:
1) l’abolizione di Equitalia è una farsa. Cambia il nome, ma la nuova “Agenzia delle Entrate – Riscossione” avrà gli stessi compiti dell’istituto introdotto dal Governo Berlusconi. La rottamazione delle cartelle pendenti, infatti, è una presa in giro: resta da pagare l’aggio, cioè il profitto che tocca all’ente di riscossione per la sua attività, e il contribuente avrà a disposizione solo 5 rate per pagare il capitale e gli interessi legali, 3 nel 2017 e 2 nel 2018.
2) La Voluntary Disclosure bis (rientro dei capitali detenuti all’estero) assomiglia, come nella prima versione, ad un condono. Inoltre questa seconda versione prevede che il detentore dei capitali possa autoliquidarli all’erario, con accertamento successivo. Si aprono così praterie per irregolarità che poi, se scoperte, non potrebbero neppure essere sanzionate penalmente.
3) La comunicazione telematica dell’Iva diventa da annuale a semestrale nel 2017 e poi addirittura trimestrale nel 2018. Sono previste sanzioni elevate (da 500 a 2000 euro) in caso di errori o mancate comunicazioni.
4) Il credito d’imposta per i privati che usano la fatturazione elettronica è ridicolo, di soli 100 euro per chi fattura fino a 50.000 euro. Essendo la fatturazione elettronica vincolante per la comunicazione Iva all’erario, il credito di imposta doveva essere più alto, come proposto dal M5S.
Ad un Presidente del Consiglio che utilizza un decreto fiscale per raccattare voti in vista del referendum andrebbe ricordato che i referendum su materie tributarie e fiscali sono vietati. Far approvare una riforma costituzionale senza bisogno di ridicoli stratagemmi, in fondo, è semplice: basta scriverla decentemente.