Uranio: i soldati vittime due volte, anche delle ambiguità dei vertici

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Un giorno che difficilmente dimenticheremo. Sia noi del M5S che, purtroppo, coloro che fanno parte della tragica vicenda legata all’esposizione all’uranio impoverito e alle conseguenze di vaccinazioni massive.
Una giornata come tante altre, in Commissione d’inchiesta sull’uranio.
Una giornata caratterizzata prima da una sceneggiata sulle solite “note di linguaggio”: ne abbiamo parlato già. In sostanza con la scusa di inviare queste note di linguaggio i vertici della Difesa controllano i contenuti. È un modo per far rimbalzare le competenze e le responsabilità da una parte all’altra del ministero.
Ebbene, il COI, cioè il Comando Operativo di Vertice Interforze, che pianifica, coordina e dirige le operazioni militari, tramite i suoi rappresentati (Colonnello LoGiudice e Colonnello Agosta) ha dichiarato di «non aver mai disposto comunicazioni o informazioni sull’uso di particolare munizionamento da parte di Paesi e/o coalizioni che potrebbero aver utilizzato nei Teatri oggetto di schieramento di truppe italiane».
Capito?
In sostanza il COI non sa nulla di Uranio impoverito. Soprattutto non si è premurato di chiedere agli alleati quali munizioni abbiano utilizzato.
Questo nonostante ci siano numerose dichiarazioni da parte del comando Nato in merito al fatti che avessero informato l’Italia sul tipo di munizionamento utilizzato durante le campagne nei Balcani.
L’unico a conoscere tali informazioni, ci fanno sapere, è il Capo di Stato Maggiore della Difesa, confermando, quindi, che abbiamo fatto bene a chiedere di ascoltare in audizione gli eredi del Mar. Badoglio, dal Gen. Mosca Moschini (già richiesta) al Gen. Arpini (che chiederemo quanto prima).
Quello stesso giorno, poi, una toccante audizione di un ex militare malato e abbandonato ci ha reso ancora più evidente l’esistenza di due mondi distanti anni luce.

Antonio Attianese
, già autore di un’intervista su Striscia La Notizia, è stato voluto fortemente da noi in Commissione, per essere ascoltato.
La storia di Antonio è purtroppo esemplare:
prima è stato mandato in missione senza essere messo sull’avviso circa i rischi dell’esposizione all’uranio impoverito e con equipaggiamenti insufficienti o addirittura mancanti
Poi si è ammalato ed è stato abbandonato dall’amministrazione che invece avrebbe dovuto prendersi cura di lui
Addirittura, poi, Antonio ha ricevuto delle minacce affinché non proseguisse con la richiesta di poter vedere riconosciuti i suoi diritti .
Oggi lui e la sua famiglia combattono sia contro il mostro della malattia che contro la burocrazia. Sono un esempio per tutti noi: nonostante la tragedia, trovano la forza di ridere e hanno una grande autoironia…una grande lezione di vita per ognuno di noi!
Chiederemo l’acquisizione da parte della Magistratura Ordinaria dei video e delle prove testimoniali delle minacce dei superiori di Attianese. Non si può più tacere!