Calcio, attaccare l’Antimafia è negare l’evidenza

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Ogni qual volta si cerca di sottolineare la gravità dell’infiltrazione mafiose in un specifico ambiente che sia politico, imprenditoriale o sportivo si osserva lo stesso tipico atteggiamento ormai vetusto: la negazione. Stupiscono le parole del Dg della Figc, perché invece di ravvisare quanto non solo sia possibile ma già diverse volte accertato il pericolo delle infiltrazioni delle mafie nel mondo del calcio, quanto occorra lo sforzo comune di tutti per fronteggiare questa minaccia, ecco che si cerca di screditare l’organismo parlamentare della commissione Antimafia”.
I membri M5S dell’Antimafia sono preoccupati: “Si spera sempre in un atteggiamento di collaborazione, di presa di coscienza, ma ci siamo abituati a questa delusione dal mondo politico, ora tocca anche al mondo sportivo. Non abbiamo certo bisogno del mondo del calcio per avere ribalta, perché forse sfugge al Dg Uva che le mafie hanno già tutta la ribalta che desiderano. Di negazione della verità, di negazione di un fenomeno così infame non solo sono pieni i libri di storia ma ne abbiamo avuto più che a sufficienza. Quindi non offenda il lavoro della commissione e se vuole per davvero fare il bene per il mondo sportivo assicuri una leale collaborazione e non cerchi una ribalta attaccando un lavoro serio e fondato”.