Il caso Paratore inquietante per i rapporti con la politica

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“Carmelo Paratore è uno dei casi più inquietanti di mafia, rifiuti e rapporti politici presente ad oggi in Italia. L’imprenditore siciliano arrestato per mafia, facente parte del clan Santapaola, gestisce non solo discariche in Sicilia ma si aggiudica anche lo smaltimento delle polveri dell’Ilva. Questo avviene tramite contatti politici e funzionari corrotti come Mario Corradino, funzionario della Regione Siciliana che attraverso il parlamentare Saverio Romano ottiene un incontro con Galletti. Da qui l’affidamento diretto delle polveri dell’Ilva che scatenano l’illecito ambientale. Questi contatti, inoltre, portano Paratore fino ad un incontro con un vice ministro del Mise ancora oggi sconosciuto. Incontro imbarazzante a cui nessuno risponde anche oggi. E’ inquietante il silenzio immane che copre questa storia: siamo gli unici che hanno alzato la voce e attraverso un’interpellanza urgente chiesto chiarimenti al ministero dell’Interno”.
I membri M5S della commissione Ecomafie sottolineano quanto grave sia la situazione attraverso i suoi membri Alberto Zolezzi e Stefano Vignaroli vice presidente della stessa commissione Ecomafie: “Una non risposta classica da parte del sottosegretario alla Giustizia Ferri. Ad oggi non c’è ancora una chiara risposta di come un tale soggetto si sia potuto unire a Renzi in un viaggio istituzionale in Cina, e non lo diciamo noi ma l’ordinanza di custodia cautelare del Gip. Inoltre dopo dodici decreti su Ilva, le sue ceneri vengono smaltite in una discarica gestita da un imprenditore collegato a cosche mafiose, anzi né il braccio economico. Questi sono gli intrecci perversi tra imprenditoria, mafia, rifiuti e politica. Un intreccio perverso che non solo distrugge la salute dei cittadini, ma l’economia e crea zone d’ombre direttamente all’interno del Governo. Una totale assenza di governance nel settore dei rifiuti a causa delle collusioni dirette di membri del Governo che tardano ad attuare le nostre proposte e moltiplicano i “casi Caffaro” con disastri ambientali che nessuno paga e con le aziende che continuano a vincere appalti nonostante disastri acclarati, i cittadini pagano in bolletta e in salute”.