Terremoto: i sindaci smascherano il governo, ricostruzione non c’è

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ROMA, 28 aprile – “I sindaci delle zone colpite dal sisma sbattono la realtà in faccia al governo con un messaggio inequivocabile: la ricostruzione non c’è e, andando avanti di questo passo, non ci sarà neppure un futuro per quei territori. Se quei primi cittadini sono arrivati all’estrema ratio di lanciare un grido d’allarme ufficiale rivolto al presidente Gentiloni è del tutto evidente quello che abbiamo sempre denunciato: basta con la propaganda, nelle zone colpite dal terremoto, a parte alcuni interventi messi ben in evidenza, è tutto sostanzialmente fermo”.

Così i parlamentari del M5s commentano la lettera inviata da 13 sindaci del cratere maceratese al presidente del Consiglio.

“Se, come ha più volte affermato il commissario Errani, il sisma del Centro Italia è il più grande evento catastrofico in Italia negli ultimi 100 anni, allora la risposta da parte del governo dovrebbe essere proporzionata. Invece così non è. A eventi eccezionali dovrebbe seguire una risposta eccezionale, non ordinaria, da parte dello Stato. Lo ripetiamo: ad esclusione di alcuni interventi, nella stragrande maggioranza dei casi o è tutto fermo oppure la macchina della ricostruzione procede con lentezza esasperante. Quei territori, come denunciano i sindaci, stanno morendo e di tempo non ce n’è. Le microzonizzazioni sono lontane dall’essere ultimate così come i controlli di agibilità, le Sae arrivano alla spicciolata, la gran parte delle macerie sono ancora là, i sopralluoghi e la messa in sicurezza di edifici storici sono in forte ritardo, la viabilità resta interrotta compromettendo i collegamenti tra vallate e regioni. Tra sei mesi saremo nuovamente alle porte dell’inverno e questo significa che in molti casi si dovrà attendere il 2018 per cominciare a vedere qualche primo risultato. Lo ribadiamo: tutto questo tempo cittadini e amministratori non ne hanno”.