Sfida al governo sul gioco d’azzardo: ecco le nostre proposte

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Il governo le sta provando tutte per cercare di far passare la riforma del settore giochi d’azzardo. Della questione si occupa il sottosegretario al Ministero delle Finanze Pierpalo Baretta (Pd) che da un anno e mezzo mercanteggia e corteggia le Regioni cercando di strappare un accordo che, nelle intenzioni del governo, ha un doppio obiettivo: vogliono limitare i potere di intervento in materia dei sindaci (i primi cittadini sono l’istituzione impegnata in prima linea nel contrasto all’azzardo e difesa della salute dei cittadini) e, dall’altro, questo consentirebbe alla lobby dei giochi di ampliare il proprio mercato. Insomma, il contrasto alla piaga dell’azzardopatia ancora una volta verrebbe piegato alla logica del profitto a tutti i costi.
Baretta e il governo dovrebbero arrendersi al fatto che la loro proposta è palesemente inaccettabile. Per facilitargli il compito vogliamo tendergli la mano: se vogliono davvero trovare una via d’uscita e scrivere seriamente la riforma dei giochi, sono sufficienti poche modifiche alla bozza. Si tratta di soluzioni chiare, percorribili e che vedrebbero un ampio consenso.
Baretta propone una distanza minima delle sale gioco di 150 metri dai luoghi sensibili. Ma i sindaci non può essere in alcun modo vietato di intervenire e decidere di imporre distanze maggiori (Roma ha previsto 500 metri , altri 300 metri) qualora lo ritengano necessario, per contrastare il degrado sociale legato alla diffusione dell’azzardo.
La bozza propone inoltre lo spegnimento delle macchinette “mangia soldi” per 6 ore al giorno. Si tratta di una misura palesemente inefficace per tutelare i minori e i giocatori a rischio di patologia. I sindaci devono poter stabilire la chiusura per un numero di ore non contingentabile dal governo: i primi cittadini devono poter scegliere le fasce orarie di apertura-chiusura che ritengono più opportune per tutelare i loro cittadini.
Il governo poi non può imporre ai sindaci il divieto di individuare altri luoghi sensibili ((ospedali, centri per anziani, luoghi di ritrovo per i giovani etc). E’ infatti il sindaco l’autorità più vicina la territorio e ai cittadini e solo lui può conoscere al meglio la situazione sociale, sanitaria e urbanistica della sua città.
Ovviamente le sale da gioco di tipo A (i cosidetti “mini casinò di quartiere“), previste nella bozza, devono sottostare alle regole stabilite dai sindaci, come tutte le altre: tentare di imporre la presenza di sale “intoccabili” sarebbe inaccettabile e svuoterebbe di senso tutti gli altri interventi restrittivi.

Queste le nostre 4 proposte,
che mettono al primo posto il bene del cittadino e della comunità. Se Baretta e il governo hanno davvero intenzione di intervenire per limitare un fenomeno devastante come l’azzardopatia, non possono fare altro che accettarle. Questa è l’ultima chiamata utile per smentire le politiche pro azzardo condotte fino ad ora: a loro scegliere da che parte stare.
Massimo Baroni, Matteo Mantero M5S Camera; Giovanni Endrizzi M5S Senato