Terremoto: 1,3 miliardi di fondi europei per L’Aquila ed Emilia spariti nel nulla

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ROMA, 13 giugno – Dopo i terremoti de L’Aquila e dell’Emilia, l’Unione europea aveva destinato all’Italia ben 1,3 miliardi di euro per la prevenzione dalle catastrofi naturali. Ebbene, di quei fondi non vi è traccia: non è dato sapere se e come siano stati inutilizzati dalle Regioni Emilia Romagna e Abruzzo. Chiediamo al governo di fornire chiarimenti in modo dettagliato”. 

Questo il contenuto dell’interrogazione a prima firma della deputata del MoVimento 5 Stelle Laura Castelli, rivolta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

“Ricordiamo – afferma Castelli – che, recentemente, è stato proprio il commissario europeo per la politica regionale, Corina Cretu, durante un’assemblea plenaria a Strasburgo, a dichiarare in riferimento a quei 1,3 miliardi, che “bisogna vedere che fine hanno fatto questi fondi. Noi siamo pronti a concludere il programma operativo regionale se necessario, ma per quanto riguarda gli eventi degli ultimi anni in Italia si può dire che molto è stato messo a disposizione”. Insomma, anche dall’Europa hanno fatto notare che quei soldi sembrano essere finiti in un buco nero.

“Quelle risorse – aggiunge la deputata in commissione Bilancio – erano giunte in Italia dopo i terremoti de L’Aquila del 2009 e dell’Emilia del 2012: come sono state utilizzate dagli enti locali? A ben vedere, l’impressione è che siano state dissipate tra sprechi e ritardi sui quali vogliamo vederci chiaro. Vogliamo capire se, quei fondi, sono andati persi soltanto a causa di incapacità e inefficienza, oppure se ciò sia il frutto di operazioni pilotate, utili per garantire profitti ad alcune aziende, ma non alla collettività”.

“Infine, nella mia interrogazione – conclude Castelli – chiedo al presidente Gentiloni a che punto sia la negoziazione con la Direzione generale per la politica regionale della Commissione europea, da cui dipende la tempistica per erogazione delle tranche del Fondo di solidarietà dell’Unione europea, per la quale l’Italia aveva fatto richiesta lo scorso 16 novembre”.