Il nulla di Renzi produce il record di poveri

povertà.jpg
Roma 13 luglio – “La povertà nel nostro Paese continua a crescere. A dirlo sono i dati diffusi oggi dall’ISTAT che certificano un aumento sia della povertà assoluta sia della povertà relativa. Una situazione vergognosa che dipende esclusivamente dall’immobilismo politico del governo Renzi e dell’attuale governo Gentiloni che continua a proporre misure del tutto insufficienti per aiutare i milioni di persone, di famiglie, che sono in grave difficoltà economica”, lo affermano i portavoce del MoVimento 5 Stelle della Commissione Lavoro del Senato Nunzia Catalfo, Sara Paglini e Sergio Puglia.
“L’anno scorso i poveri assoluti erano 4 milioni e 598 mila. Oggi – proseguono – l’ISTAT ci dice che i poveri assoluti ora sono 4 milioni 742 mila persone. Si tratta del dato più negativo dal 2005 ad oggi e crescono pure le persone in povertà relativa che passano da 8 milioni 307 mila a 8 milioni 465 mila. Stiamo davanti ad una vera e propria emergenza sociale dove spesso viene dimenticato che dietro i numeri si trovano persone in carne e ossa. E’ un dato di fatto che la politica abbia trascurato per troppo tempo l’argomento nascondendosi dietro la scusa della mancanza di risorse economiche, ma guarda caso per aiutare il sistema bancario le risorse sono sempre state trovate. Non dimentichiamo, infatti, che dal 2015 sono stati regalati alle banche ben 29 miliardi di euro”.
“E’ possibile aiutare tutte le persone che attualmente sono in difficoltà, ma per farlo bisogna smettere di pensare alla logica dei bonus. Ora più che mai è necessario aprire un dibattito serio sulla necessità di introdurre una misura di sostegno al reddito collegata alla formazione e al reinserimento nel mondo del lavoro, come il reddito di cittadinanza del MoVimento 5 Stelle, che giace in Commissione da oltre 2 anni e mezzo per colpa del governo e della maggioranza. Ribadiamo che secondo l’ISTAT, la nostra proposta costa 14,9 miliardi e che servirebbe, sempre secondo l’Istituto di Statistica ad azzerare la povertà più grave senza dispersione. I soldi non possono essere una scusa. Le famiglie vanno aiutate ora perché non possono più aspettare“. Concludono.