Rinnovo contratti docenti precari | QT M5S

QT_vacca d'uva_1.png
Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca – Per sapere – premesso che:
così come riportato dai principali organi di stampa, tra cui l’agenzia consultabile online “Androkonos”, si apprende come il “Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria” coordinerà azioni di protesta sottoscritte da oltre 5000 docenti universitari italiani, di cui più di trecento tra Università e Politecnico di Torino, per “far saltare dal 28 agosto al 31 ottobre prossimi la sessione autunnale degli appelli”;
tale astensione è stata determinata al fine di ottenere l’adozione di un provvedimento di legge, in base al quale le classi e gli scatti stipendiali dei Professori e dei Ricercatori Universitari, nonchè dei Ricercatori degli Enti di Ricerca Italiani aventi pari stato giuridico, vengano sbloccati a partire dal 1° gennaio del 2015, anziché, come attualmente previsto, dal 1° gennaio 2016;
Si richiede, inoltre, che il quadriennio 2011-2014 sia riconosciuto ai fini giuridici, con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco delle classi e degli scatti dal 1° gennaio 2015;
tali rivendicazioni si aggiungono alla drammatica questione dei precari nell’università, del pre-ruolo e del reclutamento in ruolo, che, a partire dal blocco del turn-over, ha provocato la contrazione dell’organico dei docenti di ruolo, deciso dal Governo Berlusconi e proseguito con la riforma Gelmini attraverso la cancellazione del ricercatore a tempo indeterminato, il quale ha messo seriamente in crisi l’intero sistema universitario sia sotto il profilo della ricerca che della offerta formativa;
a fronte di questa drammatica situazione il Governo ha già dimostrato come si consenta l’adozione di provvedimenti economicamente impegnativi, quali, ad esempio, l’istituzione delle cattedre Natta, ma non si intende in nessun caso intervenire per rendere il sistema più efficiente, dignitoso e realmente competitivo;
si consideri, tra l’altro, che a partire dal 2009 il Fondo per il finanziamento ordinario, il quale rappresenta la parte sostanziale delle risorse delle università, ha subito una costante diminuzione, tant’è che dai 7.513,1 milioni di euro previsti per quell’anno si è passati ai 6.919,5 milioni di euro stanziati nel 2016 – :
quali provvedimenti intenda assumere per riconoscere le istanze sin qui esposte, al fine di garantire la dignità della docenza universitaria, anche attraverso l’accoglimento delle proposte avanzate dalle organizzazioni richiamate in premessa, assicurando, inoltre, l’effettiva risoluzione del problema del precariato nell’università italiana.