Elezione Merkel: sulle macerie del sud Europa, il Quarto Reich

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Sulle macerie del sud Europa sta nascendo il Quarto Reich. La Germania ci aveva provato altre due volte a conquistare l’ambita egemonia europea che ritiene da sempre di meritarsi. Entrambe le volte, dopo aver dilagato, era finita in ginocchio. Non c’è due senza tre, recita la saggezza popolare, ma stavolta la Germania ha imparato che la finanza e la moneta sono più efficaci dei cannoni e dei Panzer quando si punta al dominio.
E adesso ci toccano altri 4 anni di Merkel. Siamo alla terza rielezione, 12 anni in tutto, e come in Italia con una coalizione di larghe intese: tutto ciò somiglia tanto ad una dittatura del debito. Una dittatura che opprime tutta l’Europa, e sapete chi gli tiene bordone? Il solito ricoLetta, che si è affrettato ad omaggiare la vincitrice confermando così che l’Italia resterà saldamente attaccata al giogo.
I tedeschi amano la Merkel, come sempre fanno quando qualcuno bada ai loro interessi a spese altrui: la signora ha infatti risparmiato 80 miliardi grazie al calo dei tassi di interesse. Questo è accaduto dal 2009 a oggi, da quando in pratica è scoppiata la crisi, sui Bund e sugli altri titoli del debito di Berlino. A un tratto, i grandi potentati economico-finanziari hanno deciso che i debitori del Sud Europa non erano affidabili e hanno fatto schizzare in alto il premio di rischio per chi acquista bond di Paesi come l’Italia. Gli investitori si sono buttati sui buoni tedeschi, l’amichetto spread si è allargato e i tassi del debito tedesco (truccato) sono crollati.
E’ buffo guardare quella signora rotondetta e sorridente, e pensare che stia nuovamente offrendo ai tedeschi il predominio assoluto sulla pelle e la distruzione di altri popoli. La parola “debito”, in tedesco, è sinonimo della parola “colpa”, e oggi l’indifferenza e il compiacimento di Berlino verso i bambini greci che muoiono di fame anticipa il futuro che attende i bambini italiani.
“Noi tireremo dritto”, è il rispolverato messaggio, e non c’è alcun governo a proteggere l’Italia. Ci stiamo sottomettendo come nella migliore tradizione tricolore, nella speranza di non essere puniti troppo severamente.
Al buon cuore della Merkel, insomma. Ma fino a quando?