L’Euro viola la Costituzione

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L’uscita dall’Euro è necessaria oltre che doverosa. La continua e grave violazione della nostra Costituzione a causa della politica monetaria europea, è ormai un fatto consolidato, al quale bisogna porre necessariamente un definitivo rimedio. L’Italia infatti è spogliata della sua sovranità, prima politica e poi economica/monetaria. Aver aderito agli Accordi internazionali ed in particolare agli scellerati ed imposti Trattati Europei ha comportato una continua deformazione dei principi fondamentali della costituzione e della nostra democrazia.
Non abbiamo più confini, nè politici nè economici. Siamo costretti ogni giorno ad accettare passivamente scelte imposte dall’Europa e dalla moneta unica (euro) che sono illegittime in quanto contrarie a diverse norme costituzionali e alla stessa ratio della nostra Costituzione.
L’art. 1 della Cost. recita: “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. I predetti limiti sono disciplinati dall’art. 11 della Cost. il quale testualmente dispone: “L’Italia (omissis…) consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
La Costituzione, dunque, è chiara. La Repubblica consente, in parità di condizioni con altri Stati, solo ed esclusivamente una limitazione di sovranità. Tra l’altro, volta a ripudiare la guerra e ad assicurare la Pace e la giustizia tra le nazioni. Ma mai una cessione come quella attualmente in atto e, soprattutto, in favore dell’Euro e della Politica monetaria europea.
A ciò si aggiunga che lo spirito della nostra Costituzione consiste nella rimozione di tutti gli eventuali impedimenti e ostacoli (di natura sociale, economica, ecc.) e nella promozione di tutte quelle condizioni finalizzate a consentire all’intera popolazione una vita fondata sul lavoro e sulla dignità umana, oltre che sull’uguaglianza sociale. Aver aderito all’euro ha rappresentato, pertanto, una prima grave violazione. L’Italia infatti, ha ceduto all’Europa (soggetto diverso dallo Stato), la propria sovranità monetaria ed economica (spettante solo al Popolo) con la conseguenza inevitabile di aver ceduto anche sovranità politica. In sostanza ci viene imposta una politica di soli sacrifici, tagli, riduzioni di spese, spread, di austerità che sono palesemente in contrasto con gli artt. 1, 3, 4 e 11 della Costituzione, in quanto comprimono i diritti inviolabili della persona. Il Fiscal Compact e il pareggio di Bilancio sono un esempio lampante. Inoltre, l’art. 3 Cost., nel sancire il fondamentale principio di eguaglianza, impone alla Repubblica un obbligo preciso ed ormai impossibile da attuare in forza delle cessioni di sovranità compiute ovvero “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese. L’euro ci sta tagliando tutto e sta oggettivamente impedendo lo sviluppo della persona umana. Non si può vivere solo di tagli, debito e patemi d’animo quotidiani. Non si può vivere senza avere un futuro.
Ad aggravare la situazione vi è una ulteriore violazione, consistente nel diritto di voto degli italiani e nel loro diritto di scegliere (direttamente) i propri rappresentanti. E’ la terza volta consecutiva che tale diritto viene violato (da Monti, Letta, Renzi,..) il tutto con la complicità del capo dello Stato. Ormai chi detta la linea economica e politica del nostro Stato è la BCE e, dunque, non più la Banca d’Italia (la quale ha definitivamente perso la propria funzione, essendo ormai organo portatore solo di esclusivi di interessi privati, banche, assicurazioni, ecc.) e la Germania, che pur di rientrare dal proprio credito indirizza politicamente ogni scelta della nostra nazione, sino al soffocamento. Assistiamo, inoltre, passivamente alla violazione dell’art. 47 della Costituzione secondo il quale “La Repubblica disciplina, coordina e controlla il credito”. Ormai non riusciamo più ad avere controllo sulla Banca d’Italia, figuriamoci sulla BCE. Se economia e moneta, nonché relativa legislazione, vengono attribuite definitivamente alle decisioni sovrane di UE o BCE non può che parlarsi di totale cessione di sovranità (iniziata sin dal 1992) e, dunque, di atto illecito ex artt. 1 e 11 della Cost.
Non potendo più avere potere di emettere moneta non si possono raggiungere gli obbiettivi (programmatici economici e di sviluppo) previsti dalla Costituzione e incrementare la ricchezza del Paese. Abbiamo bisogno di riappropriarci nuovamente dei nostri confini, sia economici che politici. Usciamo dall’Euro e dai Trattati di politica economica europea per salvare la nostra Costituzione e per riappropriarci, con orgoglio, della nostra (ormai perduta) Sovranità.