Fuori dall’euro, non dall’Europa: si può fare!

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Il M5S non ha mai visto di buon occhio la moneta euro, concepita male e governata peggio. Se il M5S fosse stato in Parlamento negli anni ’90 avrebbe aperto un dibattito serio sui costi e i benefici di un’eventuale entrata nell’euro e poi promosso un referendum. L’euro invece è stato imposto dal centro-sinistra e digerito senza patemi dal centro-destra.
Ora che il M5S è in Parlamento l’euro è una tragica realtà. Il M5S, consapevole dei danni economici e sociali provocati dalla moneta unica, ha lanciato una raccolta firme popolare per un referendum di indirizzo. Gli obiettivi di questa iniziativa sono due:
– Aprire finalmente un dibattito pubblico sui costi e i benefici del ritorno alla sovranità monetaria
– Far esprimere i cittadini sull’eventuale uscita dall’euro
Il M5S non ha nessuna intenzione di “uscire dall’Europa”. Euro, Ue ed Europa sono tre cose ben distinte e chi le unisce per criticare il referendum sull’euro è in malafede.
Uscire dall’euro invece è necessario per ripristinare alti livelli di benessere, equità sociale e democrazia, ma il M5S è pienamente consapevole che sull’uscita dall’euro è stata imbastita una colossale campagna di disinformazione e terrorismo spicciolo. Gravi falsità sul destino dei nostri risparmi, sui mutui, sul debito pubblico e sull’inflazione sono state diffuse a mezzo stampa da quasi tutti i quotidiani nazionali. Il M5S si impegnerà a sfatare i principali miti sull’uscita dall’euro per dare la possibilità ai cittadini di decidere con cognizione di causa.
Uscire dall’euro è il primo passo per costruire un’Italia a 5 stelle. I rischi di breve periodo sono molto meno accentuati di quanto si legge sui giornali o si ripete in televisione. I risparmi, ad esempio, potranno essere mantenuti inizialmente in euro e saranno gradualmente sostituiti dalle nuove lire su richiesta dei cittadini. I benefici di medio periodo, invece, sono indiscutibili. La sovranità monetaria è la condizione principale per tornare a decidere della nostra economia, impostare una politica industriale e garantire a chiunque un livello di vita dignitoso.
Un Paese civile non taglia pensioni minime, salari e diritti per rispondere agli interessi delle multinazionali e della finanza speculativa. L’Italia deve tornare dei cittadini, #fuoridalleuro.