Lo scandalo italiano del mercato nero delle protesi

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In Italia esiste un vero e proprio mercato nero delle protesi e di altri ausili per disabili. Questo accade perchè se lo Stato ti fornisce gratuitamente una sedia a rotelle che si usava venti anni fa e che non ti è di nessun aiuto, non hai molta scelta: o te la compri di tasca tua in un negozio di articoli sanitari oppure, se non te la puoi permettere, la compri sottobanco in questi ‘mercati della disperazione’ dove tutto costa meno e pazienza se mancano l’assicurazione e la certificazione di sicurezza: almeno torni a casa in carrozzina.
Responsabili di questa incredibile realtà sono i governi che si sono succeduti negli ultimi 16 anni, che per inerzia non hanno mai fatto ciò che era necessario e doveroso per legge: aggiornare il Nomenclatore tariffario, cioè lista del ministero della Salute che regolamenta prezzi e tipologie di protesi e ausili per disabili, cioè carrozzine, stampelle e altri strumenti che il Servizio Sanitario Nazionale fornisce gratuitamente a coloro che ne hanno diritto. Parliamo di un settore dal costo di 1,9 miliardi di euro all’anno.
Per legge il Nomenclatore andrebbe aggiornato periodicamente, ma l’ultimo aggiornamento risale al 1999 (previsto dal decreto ministeriale n°332 del 27 agosto 1999) e da allora più nulla. Da qui il paradosso tutto italiano: nonostante negli anni il mercato si sia arricchito di apparecchi più moderni, funzionali ed efficaci, e con prezzi anche più contenuti, le Asl continuano a pagare anche tre volte tanto rispetto al valore di mercato per acquistare strumenti spesso obsoleti e ormai superati.
Quindi una doppia vergogna: da un lato si sperperano soldi pubblici e dall’altro si negano ai disabili i diritti che la Costituzione riconosce loro agli articoli 3 e 32 e si rende la loro vita, e quella dei loro familiari, un inferno (gli ultimi dati Istat disponibili ci dicono che in Italia ci sono circa 3,2 milioni di persone con disabilità, e di queste 51 mila sono disabili gravi e soli, ovvero privi di famiglie che li sostengono).
Il M5S da tempo richiama l’attuale governo ai suoi doveri con interrogazioni in entrambi i rami del Parlamento e sta lavorando ad una proposta di legge che possa risolvere il problema. Lo scorso anno in Commission Sanità alla Camera siamo riusciti a far approvare una risoluzione che impegna il governo a fare questo aggiornamento, eppure nulla.
Lo scorso 12 marzo, il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha annunciato che entro il prossimo giugno verrà adottato il decreto necessario, ma già si intravede che la strada non è quella giusta: il decreto si occupa delle modalità di svolgimento delle gare d’appalto per la fornitura degli ausili di serie e tralascia invece l’aspetto più urgente del problema: cioè creare un sistema di accesso al Nomenclatore più funzionale, in grado di fornire protesi adeguate alle reali esigenze dei disabili e di risparmiare laddove è possibile.
Nell’ultima interrogazione presentata al Senato, chiediamo al Ministro Lorenzin se si è accorta dell’esistenza di questi mercati clandestini e soprattutto le chiediamo perchè in Italia non è possibile fare ciò che si fa in tutti gli altri Paesi europei: permettere ai disabili la scelta diretta degli ausili disponibili sul mercato, tra quelli più adatti alle varie problematiche sanitarie, erogabili con oneri a carico dello Stato, e fissando per ogni categoria un tetto massimo di spesa. Se gli altri possono farlo, perchè noi no?