C’è qualcosa di marcio a Palazzo Chigi

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C’è qualcuno a Palazzo Chigi che tiene famiglia e che da buon padre ha pensato bene di sistemare i suoi figli, suo cognato, a ripagarsi i debiti, tutto coi soldi dei cittadini e da una poltrona di tutto rispetto in collegamento con uno dei faccendieri più noti alle cronache (giudiziarie) del Paese, Luigi Bisignani. Ma questo è solo l’inizio, la consueta punta dell’iceberg. Andiamo con ordine.

Partiamo dal generale Antonio Ragusa, capo del dipartimento Risorse strumentali di Palazzo Chigi dal 2005 al 2012, arrestato per corruzione e turbativa d’asta. E dire che il generale non era nuovo a manovre poco limpide visto che, già nel 1992, fu beccato a copiare in una prova scritta per diventare procuratore legale. E, quindi, come accade spesso in Italia, fu promosso ai servizi segreti militari (Sismi).

Nel 2005 arriva l’incarico a Palazzo Chigi da parte del Governo Berlusconi, ciò nonostante fosse già in pensione e l’incarico di capo del dipartimento Risorse strumentali venisse assegnato generalmente a personale di ruolo. Ragusa guadagna 200mila euro lordi per il suo incarico e lo mantiene fino quando al Governo arriva Mario Monti che interrompe i rapporti di lavoro con personale in quiescenza.

Nei suoi sette anni di permanenza a Palazzo Chigi, Ragusa ha gestito una enorme mole di denaro pubblico, assegnato appalti con procedure non chiare e senza evidenza pubblica. Fra questi c’è una gara, quella sulla gestione dei servizi informatici e di sicurezza della Presidenza del Consiglio nel 2010, su cui si è focalizzata la lente giudiziaria.

Il bando di gara da 9 milioni di euro sarebbe stato cucito addosso alla società Italgo, dell’imprenditore Anselmo Galbusera che, in cambio, si sarebbe impegnato a subappaltare lavori per 117 mila euro alla società del genero di Antonio Ragusa, Marco Napoli. E, nello stesso tempo, Ragusa avrebbe così ripagato un favore fatto in precedenza dall’ex direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica, Lorenzo Borgogni: l’assunzione del figlio di Ragusa in una società del Gruppo Finmeccanica. Il tutto mentre intanto la figlia di Antonio Ragusa, Simona, dal gennaio 2008 (fino a dicembre 2012) diventava consulente del comitato per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita. Dove? Alla Presidenza del Consiglio dei ministri ovviamente.

Ma quanti altri “Ragusa” ci sono a Palazzo Chigi? Un servizio de “Le Iene” dello scorso 26 marzo ha mostrato la testimonianza di un insider che parla di un “sistema” di corruzione che rappresenta la prassi, non l’eccezione. Ciò che ne viene fuori è un quadro desolante, di appalti banditi dalla Presidenza del Consiglio puntualmente e costantemente pilotati in favore di pochi.