Strage Milano: il filo delle responsabilità da Maroni ad Alfano

Thumbnail image for Tribunale-Milano-800x532.jpg Nel Tribunale di Milano una persona ha sparato, ucciso tre persone, girovagato per le aule per oltre un’ora ed è poi potuto fuggire indisturbato. Come è potuta accadere una cosa simile nel Tribunale di una delle più importanti città d’Italia e del mondo occidentale?
La sicurezza era stata affidata, con un appalto nel 2011, alla Allsystem. Parliamo della stessa società che si è aggiudicata con una procedura “ristretta semplificata” (dunque, senza alcuna gara) la gestione della sicurezza dell’Expo di Milano per 2,3 Milioni di euro, nonostante quella modalità di aggiudicazione sia consentita solo per contratti che non superino 1,5 Milioni di Euro.
In tutto questo scenario entrano in gioco, però, l’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni, quello che oggi si dichiara “sconvolto” e l’attuale ministro Alfano che devono dare alcune spiegazioni.
Vi spieghiamo il perchè:
il 17 ottobre 2011, il Presidente della Associazione Italiana Vigilanza/Confindustria Dott. Matteo Balestrero inviava una missiva al Ministero dell’Interno (a capo c’era Roberto Maroni), nella quale chiedeva espressamente di sapere “se gli Uffici del Palazzo di Giustizia di Milano e gli altri uffici giudiziari debbano o meno essere riconsiderati tra i siti sensibili per i quali, in maniera esplicita, è prevista in maniera esclusiva la vigilanza delle Guardie particolari giurate qualora a provvedere alla stessa non sia la forza pubblica“.
A questa domanda il ministero dell’Interno evitò di dare specifica risposta, scaricando le decisioni nel merito sulla Prefettura di Milano e sul Comitato Provinciale per l’Ordine della sicurezza pubblica.
La risposta letterale del ministero dell’Interno fu la seguente: “ciò premesso, atteso il rilievo della questione ed in considerazione che la problematica è stata evidenziata anche dalla Procura della Repubblica presso la Corte d’Appello di Milano, questo Ufficio ha provveduto ad interessare direttamente la Prefettura di Milano, segnalando anche l’opportunità di sottoporre la problematica all’attenzione del Comitato Provinciale per l’ordine della sicurezza pubblica“.
E’ facile immaginare che il Comune di Milano, davanti a questa risposta da Ponzio Pilato da parte di Roma, e alla luce di sempre ulteriori tagli alle forze dell’ordine, optò per un sistema di vigilanza meno costoso e quindi più debole.
Ci chiediamo: da allora cosa è stato fatto per garantire la massima sicurezza del Tribunale di Milano e di tutti i Tribunali d’Italia da parte dei Ministri dell’Interno e della Giustizia che si sono succeduti a partire da Maroni fino ad arrivare ad Alfano?