L’ingresso di Vivendì in Telecom è il colpo di grazia

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“L’ingresso di Vivendi è il colpo di grazia per Telecom Italia. Il compimento di un disegno avviato con la sua scellerata privatizzazione della fine degli anni 90”. Ciò è quanto dichiarano i deputati del M5S della IX Commissione (trasporti, poste e telecomunicazioni) della Camera dei Deputati alla notizia dell’ingresso ufficiale di Vivendi in Telecom Italia con una quota di capitale del 14,9%. “E’ evidente a tutti – al punto che i vertici di Vivendi nemmeno lo nascondono – che sono venuti a fare il lavoro sporco di Telefonica: accelerare il closing di Telecom Argentina e vendere Tim Brazil, la vera cassaforte di Telecom Italia. Non solo! Le parole di Vincent Bolloré, capo di Vivendi, socio e grande amico di Berlusconi, sono chiarissime: il destino di Telecom Italia sarà quello di fondersi con un grande partner europeo. Quindi? Semplice! Dopo aver liberato il remunerativo mercato latino a Telefonica si procederà con il svendere Telecom Italia a qualche altro colosso europeo e questo grazie ai cosiddetti nazionalisti di destra e agli operaisti di sinistra che hanno permesso che la più importante azienda di telecomunicazioni del Paese, proprietaria della nostra infrastruttura di rete, venisse privatizzata a debito e quindi spolpata fino all’osso. Dopo Agnelli, Colaninno, Tronchetti Provera, la scatola Telco, guidata dagli spagnoli di Telefonica, adesso è il turno dei francesi di Vivendi. Insomma:”Francia o Spagna purché se magna”.

Occorre fermare questo ennesimo scempio.
Occorre procedere speditamente – continuano i deputati pentastellati – verso la costituzione di una società della rete a maggioranza pubblica. Un’unica Società della rete con un’unica governance, contro l’attuale frammentazione, che sostenga la piena tutela e valorizzazione dell’occupazione e del patrimonio di conoscenze e competenze di Telecom Italia. Questa scelta farebbe vincere Telecom Italia che avrebbe comunque valorizzata e remunerata la propria rete in rame, i suoi dipendenti che lavorerebbero in una società più sicura, che aumenta e non riduce l’occupazione, e lo Stato che avrebbe il pieno controllo di una infrastruttura strategica senza timori di scalate aggressive di parte di operatori e potenze economiche straniere. Solo in questo modo – concludono i deputati del Movimento 5 Stelle IX Commissione Camera- sarà possibile spingere per un rapido sviluppo delle reti in fibra di nuova generazione, coerentemente con gli obiettivi posti dall’Agenzia Digitale Europea.