Corpo Forestale: uno scempio di Stato

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Con l’approvazione del DDL Madia sulla riforma della PA, il Parlamento ha delegato il governo a decidere della sorte del Corpo forestale dello Stato. Una forza di polizia ambientale che si scioglie dopo due secoli di storia per confluire, se così il governo deciderà, nell’Arma dei carabinieri. Per la parte relativa agli incendi, invece, potrebbe essere assorbita dai Vigili del Fuoco.
Lo smembramento del corpo forestale comporterà l’indebolimento della vigilanza e della repressione dei crimini ambientali e agroalimentari. Svanisce, in sostanza, una forza di polizia che fino ad oggi ha svolto un’azione di prevenzione e investigazione contro le attività illegali che arricchiscono le ecomafie e devastano il territorio. Mentre da una parte si introduce nel codice il delitto ambientale, dall’altra si elimina quel Corpo che proprio quel reato avrebbe potuto perseguire come priorità.
Lo riconoscono anche le associazioni ambientaliste, insieme al Moviemento 5 stelle: a rischio è il presidio del territorio a tutela dell’ambiente e della fauna. Senza CFS e con una Polizia Provinciale fortemente depotenziata, come si potrà effettuare prevenzione e repressione dei crimini ambientali come previsto tra l’altro dalla recente norma in materia approvata dal Parlamento? (Legge 22 maggio 2015 n.68 – Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente)
La tanto sbandierata razionalizzazione della spesa per le forze di polizia, con riduzione da cinque a quattro corpi, ha investito il Corpo forestale, ma non vi sarà un vero risparmio. Una volontà manifestata dal premier Renzi senza ascoltare le voci che da più fronti chiedevano un confronto su soluzioni diverse.
Il governo Renzi ha detto no alla creazione di una Polizia Ambientale ed al tempo stesso ha depotenziato il Corpo Forestale dello Stato senza toccare gli sprechi clientelari dei forestali nelle Regioni a statuto speciale come in Sicilia. Le ecomafie ringraziano!
Il Parlamento ha dato al governo una delega in bianco su un tema cruciale, che tocca non solo l’ambiente ma anche la sicurezza. Si parla di riorganizzazione delle funzioni di polizia: ci saremmo aspettati, in questo caso, interventi volti ad evitare sovrapposizioni, in particolare tra i due corpi di Polizia e Carabinieri, con compiti certi e funzioni definite; invece, questa delega prevede l’accorpamento del Corpo forestale dello Stato in altri corpi di polizia: 8.000 uomini, il Corpo più piccolo, quello più facile da spostare, ma anche quello più specializzato, distribuito capillarmente su tutto il territorio; un presidio di legalità dell’ambiente che viene meno, un presidio di legalità che era distribuito anche nei punti più lontani e distanti della città.
Si è persa anche l’unitarietà. Sarà uno smembramento, non un accorpamento: gli agenti della Polizia forestale saranno distribuiti in modo eterogeneo, casuale, costringendo persone che hanno fatto del loro lavoro una scelta di vita (le persone che lavorano nel Corpo forestale dello Stato del loro lavoro hanno fatto una scelta di vita, a differenza di tanti altri corpi di polizia) di passare magari presso un’altra amministrazione, perché non hanno alternative, mortificandole dietro una scrivania.
L’altro presidio di legalità dell’ambiente è la Polizia provinciale, che avrebbe trovato la sua naturale collocazione all’interno della Polizia forestale: anch’esso viene smembrato. Le persone passeranno nelle varie pubbliche amministrazioni, magari a fare i vigili urbani, i poliziotti comunali o i dipendenti comunali. Anche in questo caso, uno scempio.
Ci saremmo aspettati la nascita di una polizia ambientale, un corpo unitario e onnicomprensivo di tutti reparti specializzati nella tutela dell’ambiente. Purtroppo la tutela dell’ambiente – l’ha dimostrato ormai in più di un’occasione – non è la priorità di questo Governo.