Stabilità: il Governo riduce gli indennizzi per i processi molto lunghi

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Il Governo è contro i cittadini danneggiati dalla irragionevole durata dei processi. Questo è quanto si evince dall’art. 39 della legge si stabilità del Governo. L’iter per la richiesta risarcitoria prevista dalle Legge Pinto (n. 89 del 2001) diventa per il cittadino leso piena di insidie, incombenze, adempimenti, scadenze, costi, oneri e prove a loro carico tali da rendere oggettivamente molto più difficile per il danneggiato ricevere il giusto ristoro derivante dai processi lumaca. Il Governo, dunque, che fa pagare al cittadino colpe non sue! Cosa c’entra il cittadino con le lungaggini dei processi? Nulla per qualsiasi persona normale. Insomma, oltre il danno, la beffa!
Inoltre, il Governo ha previsto, sempre per rendere più difficile il riconoscimento del danno, che le parti e i propri avvocati adottino dei riti alternativi e che ciò avvenga entro determinate scadenze, ovvero prima dell’ultimo semestre a disposizione dei Giudici per evitare che il processo possa considerarsi di durata irragionevole (oltre 3 anni per il primo grado) e, dunque, originare il danno. Se per esempio la parte si dimentica o l’avvocato non rispetta tale perentoria scadenza, lo Stato non è tenuto ad alcun risarcimento, con buona pace di tutti coloro che hanno passato anni e anni della loro vita nelle aule dei Tribunali.
Il Governo, poi, non solo ha reso complicato la procedura per richiedere i danni subiti, ma ha ridotto, altresì, proprio il quantum dovuto. Se prima per esempio veniva riconosciuto una somma fino a Euro 1.500 per ogni anno di lungaggine ingiusta del processo adesso, con la nuova stabilità, tale importo sarà di un massimo pari a Euro 800,00, con una riduzione, dunque, di quasi la metà.
Inoltre, non solo il danno deve essere sempre provato ma, addirittura, sono stati previsti dalla stabilità dei meccanismi di presunzioni (a carico del cittadino) che rendono il danno inesistente. Per esempio in caso di contumacia o di irrisorietà della pretesa o del valore della causa o in relazione alle condizioni personali della parte, il Giudice può ritenere non sussistere alcun danno. Sarebbe stato forse più serio da parte del Governo, prevedere dei meccanismi e criteri oggettivi da far scattare automaticamente una volta che l’amministrazione giudiziaria prenda atto dei propri “colposi” ed “irragionevoli” ritardi, piuttosto che prendersela con il cittadino, già danneggiato, rendendogli la vita ancora più complicata e sottraendogli i propri diritti risarcitori.
Una bella mazzata per tutti coloro che sono stati danneggiati dai processi di durata irragionevole. Ma dal Governo sempre la solita musica: si accanisce con i cittadini, non prevede misure tese a ridurre sul serio i tempi dei processi e, nel frattempo, viaggia a braccetto con corrotti ed evasori!