Beni sequestrati alla mafia: da Cosa Nostra… a “cosa loro”

beniconfiscati.jpg
Sta andando proprio come da noi previsto qualche giorno fa: il codice antimafia appena approvato prevede che le aziende sequestrate e confiscate alle mafie di grande rilievo economico verranno gestite da Invitalia Spa, ex Sviluppo Italia, noto carrozzone mangia soldi.
E siccome lo aveva previsto, il M5S ha votato no. E’ un codice antimafia che viene riscritto da un solo partito, il PD pieno di indagati, il partito di Mafia Capitale, negando per giunta il diritto dell’opposizione di poter discutere una legge fondamentale. Avevamo anche scritto alla Boldrini, inascoltati.
Noi avevamo proposto invece la vendita delle aziende, con dei forti criteri di selezione per l’acquirente, già dalla confisca di primo grado per evitare che falliscano e per salvare cosi molti posti di lavoro. A questa proposta il Pd ha detto NO, preferendo quell’Invitalia oggi presieduta dall’ex sottosegretario alle comunicazioni del governo Berlusconi, e i cui dipendenti sono stati definiti da più articoli di stampa “un insieme di raccomandati politici.”
E’ passato almeno un emendamento M5S che tamponerà un pochino i soliti inciuci, e che prevede le incompatibilità per le cariche di amministratore giudiziario -e suoi collaboratori- con parenti, affini, conviventi e commensali abituali del giudice che li ha nominati. Non sono passate però le sanzioni per chi viola la norma, chissà perché…
Una bella vittoria del M5S poi è aver reso possibile l’assegnazione di case sequestrate alla mafia a chi la combatte, ovvero i poliziotti, che hanno anche la facoltà di ristrutturarle e renderle agibili.
Malgrado i successi, i membri M5S delle commissione Giustizia e Antimafia restano molto preoccupati perché il PD, insieme ai suoi partiti stampella, mette i beni confiscati in mano a una società disastrosa: sembra che la lotta alla mafia abbia come nemico il Governo stesso. Facciamo appello a tutti coloro che lavorano, si adoperano nella gestione dei beni confiscati e a tutti i cittadini: facciamoci sentire, non si può sopportare questo assordante silenzio mentre vengono approvate ancora leggi per gli “amici” anziché per restituire i beni alla collettività.