Clima, vertice di Parigi. Se due gradi sono troppi…


Non c’è più tempo. Il vertice internazionale sul clima di Parigi è l’ultima fermata del treno impazzito e spinto a tutta velocità verso il baratro.
Il primo passo della cura è limitare i danni. Dobbiamo ridurre le emissioni di gas serra in modo da limitare l’incremento di temperatura terrestre ad un livello tale da evitare le conseguenze più disastrose del cambiamento climatico. L’obiettivo dei due gradi appare un obiettivo politicamente ambizioso e difficile da raggiungere. Tuttavia il sistema climatico del nostro pianeta se ne infischia delle nostre difficolta politiche: infatti, per la scienza del clima, l’obiettivo non è sufficientemente ambizioso.
Nella risoluzione a firma Massimo De Rosa e Mirko Busto abbiamo detto chiaramente quello che bisogna fare: non chiediamo al governo di andare “a fare il bravo” a Parigi. Dobbiamo rivoluzionare il sistema.
L’incremento di 2 °C rappresenta più appropriatamente la soglia tra cambiamento climatico “pericoloso” ed “estremamente pericoloso”.
Puntare ad un innalzamento massimo di 1,5 gradi è tecnicamente possibile, abbiamo le risorse tecnologiche per farlo. Ce lo dice uno studio pubblicato a maggio di quest’anno (2015) sulla rivista Nature Climate Change.
Stiamo perdendo l’ultima occasione. Ogni ritardo consuma inesorabilmente il nostro margine di manovra. Non ridurre le emissioni a sufficienza da qui al 2030 ci metterà in una condizione ancora più difficile, rendendo impossibile l’obiettivo di stabilizzare la temperatura a 1,5 gradi e molto difficile quello dei 2. Il rischio di fallire è troppo alto e non possiamo permettercelo!
Troviamo finalmente il coraggio di mettere in discussione il nostro stile di vita basato sul consumo e mettiamo al centro salute, benessere, felicità, qualità, relazioni… scopriremo di avere bisogno di meno energia ci accorgeremo che il mondo può davvero essere un posto migliore.
Abbiamo messo per iscritto quello che ci dice la scienza:
La crisi climatica è la crisi di un sistema (una crisi sistemica),
La via d’uscita ad una crisi di sistema è una soluzione di sistema.
Abbiamo messo per iscritto sotto forma di impegni la nostra visione di mondo, le fondamenta di un modello che sappia vincere la sfida che ci troviamo ad affrontare e offrire un futuro su questa terra per noi e per le prossime generazioni, i nostri figli, i nostri nipoti. Gli indicatori economici di questi giorni ci dicono che il governo sta facendo il contrario di quello che servirebbe per rallentare la corsa del treno impazzito: favorisce le fossili e rende impossibile la vita a chi opta per le rinnovabili, blocca gli incentivi, aumenta l’iva al pellet, non introduce la carbon tax, è sordo al concetto di resilienza.
Dobbiamo cambiare verso, in direzione ostinata e contraria. Non è in discussione la salvezza del pianeta ma quella dell’umanità intera.