FS: il premier fa tabula rasa e ci mette i suoi yes men, per svendere e fare cassa

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Come nello stile del premier, che ovunque passa rade al suolo e poi ci mette “gente sua”, è arrivato anche l’azzeramento del Consiglio di Amministrazione delle Ferrovie dello Stato.
Succede subito dopo la scelta della privatizzazione voluta dal capo del governo, come ultima mossa utile per liberarsi dalle zavorre e occupare quelle poltrone con i suoi uomini. Così avrà mano libera per svendere il patrimonio ferroviario italiano, infrastruttura inclusa, e fare cassa sulla pelle dei cittadini. Tanto nel CdA ora ci sono i suoi yes men.
Il vero scopo del ripulisti al vertice è l’inserimento della Rete, patrimonio di tutti i cittadini, in quel 40% di privatizzazione del gruppo FS annunciato dal governo. Per il M5S la Rete deve rimanere pubblica come sempre promesso, e si deve evitare inoltre che parte di quel 40%, se il progetto di privatizzazione andrà in porto, possa essere preda di fondi di Stati sovrani come Qatar, Arabia Saudita o Kuwait che finanziano l’Isis. Il rischio c’è, e le dimissioni in massa sono tabula rasa per dare mano libera a questo progetto scellerato.
E per giunta, sarà la fine di ogni velleità di promozione e sviluppo del trasporto pubblico locale. Non è un caso che tra i papabili al posto di Elia ci sia l’attuale presidente di Bus Italia, e si capisce bene quanto il trasporto su ferro stia a cuore a questo governo.
Stiamo per assistere all’ennesimo smantellamento dei beni dei cittadini italiani?