Caso Avastin-Lucentis: il ministro Lorenzin se ne lava le mani

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Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha perso l’ultima occasione utile per difendere i diritti dei pazienti italiani e le casse dello Stato.
Parliamo del famoso caso Avastin-Lucentis, i due farmaci in grado di curare la maculopatia, una grave patologia che colpisce gli occhi: le case farmaceutiche Roche e Novartis sono accusate dall’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza di aver messo in piedi pratiche scorrette per immettere sul mercato il farmaco più costoso, il Lucentis, piuttosto che l’Avastin, molto più economico, e di aver provocato danni evidenti ai cittadini che lo acquistano e all’intero Servizio sanitario nazionale.
L’Agcom ha inflitto loro una multa di 182 milioni di euro, ma i colossi farmaceutici hanno fatto ricorso e la questione è finita in Consiglio di Stato, che tra qualche settimana deciderà se confermare o meno la sanzione.
In questa brutta storia, il Ministero della Salute, che poteva vigilare e non lo ha fatto, ha quantificato un danno di 1 miliardo e 200 milioni e ha chiesto un risarcimento, per poi lavarsene le mani al momento di chiedere giustizia, decidendo di non costituirsi in giudizio nel procedimento che si è concluso proprio oggi.
Per questo il M5S torna a chiedere che il ministro si dimetta. Non è una richiesta nuova: la mozione di sfiducia, a prima firma Michela Montevecchi e Paola Taverna, venne presentata in Senato a giugno del 2014. Da allora giace nei cassetti di Palazzo Madama, mai portata in Aula per la votazione.