#GomorraPD: il “Partito della Nazione” si spartisce i voti della camorra
Correva l’anno 2015. A Casavatore, un comune alle porte di Napoli, si svolgono le elezioni amministrative tra minacce e violenze a danno dei cittadini votanti da parte di esponenti dei clan. Vince Lorenza Orefice, UDC, contro Salvatore Silvestri, PD.
Non trascorrono pochi mesi, che la magistratura inquisisce tutti: non solo il vincitore, ma anche il perdente. Tutti appoggiati dalla camorra, e precisamente dai clan di Scampia. In particolare il piddino Silvestri aveva nel suo comitato elettorale Maurizio Minichini, sorvegliato speciale e collegato ad ambienti camorristici, che si occupava di recuperare voti per suo conto. D’altronde, il PD da quelle parti è abituato: il precedente sindaco era finito direttamente dietro le sbarre per truffa al Sistema Sanitario Nazionale, un altro tipino a posto.
Ma non pensate che si tratti di beghe locali di piccolo cabotaggio, tutt’altro: Silvestri venne sostenuto nella sua campagna elettorale anche dal ministro della Giustizia Orlando, dal vice segretario del PD Lorenzo Guerini (quello in foto), e soprattutto dalla deputata Valeria Valente che è oggi candidata alle prossime primarie PD nientemeno che a sindaco di Napoli. D’altronde, la compagna di Silvestri è l’assistente proprio della Valente, nonché consulente della Fondazione Polis che in regione si occupa di… “aiuto alle vittime innocenti della criminalità”. Che teneri!
Insomma, la camorra a Casavatore comanda e gestisce destra e sinistra, dando una mano a entrambi per essere sicura di non sbagliarsi. Gli “antimafiosi” del PD, i vari Orfini e Picierno, tacciono e non mandano pullman; nessuno a Casavatore viene espulso dal partito; e soprattutto, non risultano pervenuti plotoni di telecamere e frotte di giornalisti per denunciare al mondo interno quanto accade nel paesino campano.
Quando si tratta di PD, lo zittificio nazionale funziona sempre benissimo. Probabilmente la camorra conta molto anche su questo.