Scandalo dieselgate anche in Italia? Il governo dica la verità!

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Ricordate lo scandalo Volkswagen, in cui si scoprì che la casa automobilistica tedesca “truccava” i software dei veicoli per rientrare nei parametri di legge sulle emissioni?
Ebbene: come previsto da molti, lo scandalo non è tutto tedesco.
Francia, Germania e Regno Unito hanno da poco pubblicato, rendendoli accessibili a tutti i cittadini, i risultati delle indagini effettuate sul parco auto circolante nei rispettivi Paesi.
Mentre il Governo italiano si ostina a negare il superamento dei limiti di legge delle emissioni inquinanti per alcuni modelli della FIAT, dai test effettuati all’estero su molteplici marche e modelli di auto delle categorie Euro 5 e Euro 6, sono emersi valori fuori norma anche per alcuni modelli FIAT – tra cui la Fiat Panda e la Fiat Bravo – con valori fino a 10 volte superiori rispetto ai limiti imposti dalla direttiva europea per le emissioni di ossido di azoto.
Il M5S ha presentato un’interrogazione al Ministero dei Trasporti per avere risposte in proposito, ma il Governo continua a ignorare di fatto uno scandalo dalle proporzioni gigantesche e che sta scuotendo l’Europa intera. Il Sottosegretario ai Trasporti, evitando di rispondere nel merito alle domande che gli abbiamo posto, ha infatti sostenuto che dai presunti test condotti sulle auto dal Ministero non sono emerse irregolarità di sorta.
Ci chiediamo allora cosa aspetti il Ministro dei Trasporti Delrio a rendere pubblici e trasparenti i risultati di questi test – sempre che siano stati realmente effettuati – visto che questa è l’ennesima volta in cui chiediamo di essere informati mentre il Ministero continua a menare il can per l’aia. Il Ministro Delrio non può più mentire ai cittadini italiani e deve chiarire una volta per tutte chi sia il soggetto incaricato di svolgere materialmente i test sulle emissioni inquinanti, quante macchine – e quali modelli – siano state realmente testate, e quale metodo infine sia stato utilizzato per individuare la presenza di software irregolari. Altrimenti dovremo concludere che siamo di fronte ad un dieselgate tutto italiano!