Scuola: Faraone difende la chiamata diretta, ma l’Anac lo boccia

faraone.jpg

ROMA,28 luglio 2016 – “Il sottosegretario all’Istruzione che fa disinformazione è quasi un ossimoro. Eppure è quanto ha fatto Davide Faraone, il quale in un’intervista ha dichiarato che, rispetto ai poteri attribuiti dalle Legge 107 ai dirigenti scolastici, l’opposizione si sarebbe scagliata contro questi ultimi. Visto che il M5S ha fatto un’opposizione molto dura su questo tema chiariamo subito una cosa: la nostra critica è sempre stata rivolta al Miur e al Pd per la loro decisione di ampliare eccessivamente i poteri dei dirigenti scolastici. Il concetto dovrebbe essere ovvio ma evidentemente a Faraone servono ripetizioni”.

Lo affermano i parlamentari m5s in commissione Cultura di Camera e Senato.

“Aggiungiamo che il nostro giudizio è legato al fatto che poteri e autonomia assegnati ai dirigenti scolastici potrebbero anche determinare fenomeni corruttivi. Del resto lo stesso timore è stato espresso dall’Autorità Anticorruzione nella delibera 430 del 13 aprile 2016, nella quale afferma che tra i “processi a maggior rischio corruttivo riguardanti le istituzioni scolastiche” c’è anche la “disparità di trattamento e adozione di criteri arbitrari da parte del dirigente scolastico nella determinazione degli orari finalizzata ad avvantaggiare qualche soggetto”. Viste le premesse, Faraone se la prenderà anche con l’Anac? 

La verità è che il tema del controllo si pone eccome, ma a risolverlo non potranno certo essere Faraone e Giannini dal momento che il primo ad essere poco trasparente è proprio il Miur, che rispetto alle assunzioni non ha mai pubblicato le graduatorie nazionali.

L’Anac inoltre in quella delibera ha indicato alcune contromisure da adottare rispetto a quel rischio, tra l’altro già previste dalla legge 107 ma rimaste inapplicate: pubblicazione sul sito internet della scuola sia dei criteri per la formazione delle graduatorie e sia dei criteri oggettivi per l’attribuzione di incarichi – questi ultimi da realizzare attraverso la consultazione degli organi collegiali -. Tutte indicazioni che la nota ministeriale del 22 luglio del Miur scorso ha ampiamente bypassato dal momento che il ministero scrive: “i dirigenti scolastici individuano un numero congruo di criteri, indicativamente da tre a sei, anche in ordine di priorità, coerenti con il Piano triennale dell’offerta formativa e il Piano di miglioramento, corrispondenti alle competenze richieste per l’individuazione dei docenti.”. 

A fronte di questa mancanza palese di risposte e di volontà politica, stiamo per depositare un’interrogazione a prima firma Silvia Chimienti con la quale chiediamo di “ritirare immediatamente la nota ministeriale emessa il 22 luglio 2016 e cancellare la chiamata diretta che rende i docenti “uomini del dirigente” e non più laboratori della scuola”.