Lea: arriva il via libera ma pesa l’assenza della riabilitazione oncologica

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ROMA, 1 agosto 2016 – “Nel giorno, lungamente atteso, nel quale il ministero dell’Economia ha dato finalmente il via libera ai nuovi Lea, sbloccando l’iter del Dcpm, dobbiamo rilevare come purtroppo la riabilitazione oncologica non sia stata inserita tra le prestazioni e i servizi garantiti ai cittadini dal Servizio sanitario nazionale. Per tale ragione e per avere chiarimenti sulle motivazioni che hanno portato a questa pesante esclusione, abbiamo presentato un’interrogazione rivolta al ministro della Salute”.

Così i deputati M5S commentano l’interrogazione rivolta al ministro Lorenzin, a prima firma Marialucia Lorefice.

“Al ministero chiediamo inoltre se non ritenga opportuno riservare nel decreto almeno un’area specifica per le attività e i servizi compresi nella riabilitazione oncologica. Ricordiamo qui in breve alcune cifre che descrivono la portata enorme del tema in questione. In base ai dati riferiti al 2012, gli ultimi disponibili, il tumore risulta essere, con oltre 177 mila decessi , la seconda causa di morte mentre, nel 2015, sono stati diagnosticati, 366 mila nuovi casi di tumore: circa mille al giorno. Ancora, oggi in Italia sono ben 2 milioni i cittadini ai quali è stato diagnosticato questo male e che sono riusciti a sconfiggerlo. Numeri enormi che evidenziano la necessità di aggiornare la tipologia di assistenza che viene offerta ai pazienti.

L’esclusione della riabilitazione oncologica dai nuovi Lea significa, sostanzialmente, che i costi economici e sociali dell’assistenza per la riabilitazione continueranno a ricadere sulle famiglie. Riteniamo che soltanto un progetto riabilitativo multiprofessionale possa garantire il completo reinserimento della persona nel suo percorso di vita. Senza la previsione specifica della riabilitazione oncologica nel decreto che aggiorna i LEA, le disparità territoriali nell’accesso alle prestazioni e ai servizi ad essa connessi aumenteranno e, in mancanza delle necessarie attività per la presa in carico dei malati guariti o cronicizzati, si allungherà l’elenco dei diritti negati”.