Ddl processo penale: dal Governo nuovi regali a mafie e corrotti

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Con il disegno di legge sul processo penale in discussione in Senato la maggioranza Renzi-Alfano intende fare ulteriori regali alla criminalità organizzata politica e mafiosa.
In particolare si vogliono impedire le intercettazioni informatiche (chat, social su pc etc). Non potrà più essere utilizzato questo sistema per scovare trame criminali sia in caso di corruzione, reati contro la pubblica amministrazione, ma anche reati gravissimi come l’associazione a delinquere ed il traffico internazionale di droga. Tutto questo è stato inserito grazie ad un emendamento dei relatori alla legge.
Ma non è finita qui. Sono presenti altri regali al crimine .
Quello più grave riguarda la criminalità organizzata mafiosa che al momento non può usufruire dei benefici della legge Gozzini (sconto delle pena al decorrere degli anni) e che invece con le norme in discussione verrebbe applicato a tutti i mafiosi ad eccezione a quelli condannati all’ergastolo.
Ma non c’è due senza tre. Infatti c’è un altro regalo alle mafie con la sostanziale abolizione del cosiddetto circuito penitenziario, significa che fino ad oggi i mafiosi nelle carceri sono stati tenuti per quanto possibile separati dalla criminalità comune, mentre le norme che la maggioranza Renzi-Alfano vuole approvare, abolisce questo circuito. Secondo i magistrati la scelta del governo “rappresenta una regressione nell’azione di contrasto alla criminalità di tipo mafioso e terroristico aprendo alla criminalità organizzata spazi di controllo e di influenza all’interno degli istituti di pena” .
Immancabile un ulteriore dono ai corrotti con norme processuali che sempre secondo l’ associazione dei magistrati ‘sarebbero gravemente disfunzionali e foriere di ulteriori contenziosi in particolare con la previsione dell’obbligo di esercizio dell’azione penale entro tre mesi dal decorso del termine delle indagini preliminari, proposta che apre la strada ad ulteriori atti dovuti facendo sì che il mero decorso del tempo divenga un moltiplicatore di adempimenti e pretesto di azioni disciplinari“.
Tra NCD e Pd è tempo di ricatti incrociati, vittime come sempre i cittadini italiani.