Renzi ipoteca il nostro futuro #FermiamoloPrima!

b70a0fb4991d18e6a01d6a032cc2b34b_XL.jpg
Dalla Commissione Bilancio Senato M5S

Il Governo Renzi ha ipotecato il futuro prossimo degli italiani. Nel 2018 l’Iva, la più regressiva delle imposte, salirà dal 22% al 25%, e anche quella agevolata farà un balzo di tre punti, dal 10% al 13%. Un massacro. Nel 2019 la follia non avrà fine. L’Iva salirà di un altro punto, al 25,9%. Quindi tra 2018 e 2019 sui cittadini si abbatterà una tempesta di nuove tasse pari almeno a 23,5 miliardi di euro. Sono le cosiddette clausole di salvaguardia che i Governi inseriscono ogni anno per assicurare Bruxelles sul rispetto dei conti pubblici.
Sembrano solo numeri, ma sono la pietra tombale sull’economia e sul benessere dei cittadini italiani.
Sia nella finanziaria per il 2016 che in quest’ultima Renzi ha rinviato le clausole di salvaguardia, ma non potrà più farlo nel 2018 e nel 2019, dato che la flessibilità che ha avuto in concessione da Bruxelles in questi anni non ha prodotto crescita sostenibile ma solo mancette elettorali come gli 80 euro, del tutto ininfluenti sull’occupazione e il prodotto nazionale. Le cartucce sono finite.
Nel Documento programmatico di bilancio che Renzi ha presentato a Bruxelles, infatti, è scritta nero su bianco una discesa del deficit rispetto al Pil dell’1,2% nel 2018 e di un altro 1% nel 2019. Cosa significa? Che senza una crescita sostenuta negli anni a venire, del tutto impossibile, dovremo raggiungere il pareggio di bilancio pubblico (Fiscal Compact) a suon di tagli miliardari ai servizi pubblici e attraverso un’esplosione della pressione fiscale (le clausole di salvaguardia di cui sopra). La sanità dovrà essere privatizzata, insieme al trasporto pubblico, alla scuola e alle ultime imprese strategiche nazionali, accelerando brutalmente un processo già in atto.
Ma è uno scenario ottimista. Basti pensare che nel 2018 potrebbe scattare un’altra trappola, quella cioè sulla voluntary disclosures: se dalla misura che incentiva il rientro dei capitali esteri non arriveranno gli 1,6 miliardi previsti, assisteremo a nuovi tagli pari alla metà dell’importo (800 milioni di euro). Dal 2019, poi, scadrà anche il cosiddetto split payment (pagamento Iva della Pa) e il Governo dovrà trovare altri 2 miliardi di euro.
Senza una ripresa dell’economia, il nostro futuro è questo: un bagno di sangue economico.
Fermiamoli prima che sia troppo tardi.