Scuola: la delega sul sostegno va ritirata

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Evidentemente il caos e i danni della riforma della scuola di Renzi non hanno insegnato nulla e questo governo, in linea con il precedente, continua a minare i capisaldi della nostra scuola pubblica.
Con il decreto legislativo sull’inclusione scolastica dei ragazzi disabili, previsto dalla Legge 107, si ignorano famiglie e associazioni dei disabili e si fa compiere alla scuola un pericoloso passo indietro. L’unica cosa è ritirarlo e riscriverlo confrontandosi con i soggetti che vivono la disabilità ogni giorno da vicino, come peraltro prevede la Convenzione Onu fin qui disattesa.
Il decreto non affronta i veri problemi della disabilità, ostacola la reale inclusione degli studenti disabili e mina il loro diritto all’istruzione, già oggi svilito dalla cronica mancanza di risorse e di insegnanti di sostegno.
Tante le cose che non vanno: le classi con ragazzi portatori di disabilità potranno essere composte da più di 22 studenti, numero che ad oggi non può essere superato; la valutazione diagnostico funzionale degli alunni disabili sarà affidata a commissioni composte solo da medici, estromettendo le famiglie e gli educatori, gli psicologi, i pedagogisti e gli assistenti sociali.
Così facendo si stravolge in maniera sostanziale il concetto di sistema integrato socio sanitario e si rafforza un approccio alla disabilità solo medico, quando ormai da decenni si va nella direzione opposta.
La richiesta delle ore di sostegno non sarà più avanzata dalla scuola, ma dal Gruppo di Inclusione Territoriale (GIT), composto per lo più da dirigenti scolastici che non possono conoscere il percorso educativo e il contesto sociale dell’alunno.
L’obiettivo del decreto, più che una vera inclusione scolastica, sembra essere quello di risparmiare risorse e di ridurre ulteriormente le ore di sostegno. E’ un testo inaccettabile, bocciato anche dalle associazioni dei disabili, che rispediamo al mittente e chiediamo di riscrivere da capo.