Ambiente, Governo ritiri norma ‘ammazza lupo’

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Roma, 30.01.2017 – “Il Governo ritiri la norma che introduce la possibilità di uccidere il lupo prevista all’interno del Piano per la conservazione della specie, che sarà votato giovedì prossimo, 2 febbraio, in Conferenza Stato-Regioni dal ministro dell’Ambiente, Galletti, e dai presidente delle Regioni. Si tratta di un piano illegittimo, visto che, secondo la Direttiva Ue Habitat, dovrebbero essere realizzate, alcune azioni preliminari e vincolanti per legge, come ad esempio un censimento nazionale della specie e interventi utili per la convivenza ‘uomo-lupo’ (recinti elettrificati, cani pastore ecc.). Una serie di misure preventive per le quali chiediamo al ministero dell’Economia di individuare le risorse economiche necessarie”. È questo, in sintesi, il contenuto dell’interrogazione parlamentare dei deputati del M5S al Ministero dell’Ambiente. “È fondamentale l’attuazione non solo delle misure di prevenzione del conflitto con le aziende del territorio ma anche quelle per la riduzione del randagismo canino. Questo ‘piano lupo’ è pericoloso – incalza Chiara Gagnarli, deputata 5stelle in Commissione Agricoltura e prima firmataria dell’interrogazione – per il possibile inasprirsi del conflitto uomo-lupo: una tale apertura potrebbe far sì che l’uomo sia portato a ‘farsi giustizia’ da solo con i rischi che ne derivano per persone e animali portando solo all’aumento del già consistente numero annuale di lupi morti per bracconaggio. Inoltre l’uso degli abbattimenti per risolvere il problema dei danni ad agricoltura e allevamenti si è rivelato del tutto inefficace, come dimostrano alcuni studi comparati della LAV con alcuni Stati che hanno introdotto da tempo tale possibilità. Da questa analisi è emerso infatti che l’eliminazione dei lupi può addirittura essere associata ad un aumento delle perdite di bestiame, in quanto una possibile conseguenza dell’abbattimento di un esemplare può essere quella dell’aumento del tasso di riproduzione, crescita e predazione pro capite. Questo piano provocherà un doppio danno, alla biodiversità e all’agricoltura”.