Ricercatori: basta prenderli in giro, ora governo faccia sul serio

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A parole questo governo, così come il precedente, dice di voler puntare sulla ricerca e sull’innovazione, ma poi nei fatti tratta i suoi ricercatori come figli di un dio minore, lasciandoli nel precariato e nell’incertezza più assoluta.
Più volte il ministro Poletti si è preso gioco di loro, promettendo e poi rinnegando una norma che riconosca una volta per tutte una sacrosanta indennità di disoccupazione per gli assegnisti di ricerca, vediamo se questa sarà davvero la volta buona.
Il M5S ha presentato una proposta di legge, a prima firma Manuela Serra, che va proprio in questa direzione, considerando che gli assegnisti di ricerca sono lavoratori che godono di un contratto equiparabile, sotto il profilo giuridico, a quello dei collaboratori coordinati e continuativi e che quindi, come quest’ultimi, devono poter usufruire della ‘Dis-Coll’, da cui invece la legge delega del Jobs Act li aveva esclusi.
Questo è un passo indispensabile, insieme all’incremento dei fondi, se davvero si vuole promuovere la ricerca e, con questa, la crescita economico e sociale del Paese.
Poletti, di proroga in proroga, ha preferito continuare a illudere questi ricercatori, promettendo una stabilizzazione del sussidio che non è mai arrivata, né con l’ultima legge di Stabilità né con il decreto Milleproroghe, come pure aveva promesso.
Ora sembra che con il DDL Autonomi qualcosa si stia muovendo: è stato infatti presentato un emendamento del relatore che estende la Dis-coll, l’indennità di disoccupazione per i collaboratori, ad assegnati e dottorandi di ricerca.
Vedremo se sarà la solita presa in giro o se il governo finalmente ha intenzione di fare sul serio.