#StopOlioDiPalma, ecco la proposta di legge del MoVimento 5 Stelle

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“Con il disegno di legge del Movimento 5 stelle vogliamo bandire l’utilizzo e la commercializzazione di olio di palma sul territorio nazionale. Non potrà essere utilizzato a scopo alimentare, né come acido per la produzione di cosmetici o come componente per combustibili fintamente bio. Sia l’olio di palma, che quello di palmisto, non potranno essere lavorati dalle aziende in Italia, neanche per eventuali esportazioni” lo afferma il portavoce in Senato Carlo Martelli presentando il ddl a sua firma sull’oIio di palma in una conferenza stampa a palazzo Madama. Hanno partecipato anche il portavoce alla Camera Mirko Busto e l’antropologo Dario Novellino che ha vissuto con le popolazioni indigene.
Questa proposta di legge è stata prima pubblicata per 60 giorni su Rousseau, nella sezione Lex Parlamento. È stata quindi emendata dagli iscritti, che hanno lasciato commenti e indicazioni. Il testo finale sarà depositato come Ddl in Senato a prima firma Martelli, che spiega: “sono tre i motivi per i quali ho scritto una proposta di legge che bandisce l’olio di palma. Il primo è di tipo alimentare: questo componente di molti cibi di uso quotidiano è dannoso per la salute. Il secondo è di tipo ecologico, in quanto vengono distrutte le foreste tropicali; il terzo è di tipo sociale, con ripercussioni sulla vita degli indigeni e delle popolazioni locali”.
Dal punto di vista alimentare ed economico, qualcuno obietta che la sostituzione dell’olio di palma con un’altra materia prima creerebbe un buco nel mercato, ma non è così. Secondo l’Istat, le abitudini alimentari degli italiani sono cambiate dal dopoguerra ad oggi, con un incremento degli zuccheri raffinati e degli acidi grassi dal 1100 al 1400 per cento. Possiamo invertire la rotta, per questo è importante fare una corretta informazione sui nutrienti che si introducono con la dieta.
Da un punto di vista sociale e ambientale, la coltivazione e la produzione di olio di palma è solo la punta dell’iceberg di un processo di land grabbing, ovvero la sottrazione di terra alle comunità locali, con il trasferimento di colonie di indigeni, per riconvertirla ad una coltivazione che va solo a favore del mercato europeo e nord americano. Questo comporta la distruzione delle foreste pluviali, che per essere nuovamente ricostituite necessitano di centinaia di migliaia di anni. Con conseguenze devastanti per l’ambiente. Per non parlare dell’impiego nelle piantagioni di palma da olio di manodopera locale sottopagata e sfruttata, compresi i bambini, specie in sud America e in sud est asiatico.
Quando l’Eni pubblicizza il bio-carburante fatto con l’Olio di palma, ricordiamo che non solo si tratta di olio non certificato, ma è il frutto della deforestazione e della distruzione delle popolazioni indigene – dice Dario Novellino -. L’80 % della biodiversità esistente si trova nei territori abitati dalle comunità indigene che hanno avuto la capacità di conservare foreste millenarie, in contrapposizione a ciò che nel resto del mondo è andato distrutto in 40 anni”.
La produzione di olio di palma muove interessi in molti settori, quello dei combustibili detti bio-carburanti vede l’Italia fra i tre paesi maggiormente interessati alle importazioni. Il Movimento 5 stelle ha incontrato le associazioni, i consumatori, gli attivisti ambientali, le aziende, anche quelle che minimizzano gli effetti nocivi dell’olio di palma. e si siamo fatti l’idea che sia necessario porre dei paletti rigidi, come quelli che prevede il disegno di legge che stiamo presentando, spiega Mirko Busto.
Quella dell’olio di palma è una storia di successo del consumatore sulle multinazionali. Grazie alle informazioni che sono circolate attraverso i media e soprattutto sul web, il cittadino ha potuto fare delle scelte di acquisto consapevoli, merito anche di una etichettatura più trasparente. Di conseguenza il mercato ha dovuto in molti casi adeguarsi alle richieste dei consumatori. Questo è il modello della politica che il M5s vuole portare avanti, una politica che ascolta le esigenze, le preoccupazioni, le attenzioni dei consumatori. Una politica che consenta al consumatore di scegliere grazie ad una informazione corretta, che vada oltre gli interessi di parte.
Ci vuole una volontà forte per fermare questa ecatombe ambientale, questa violazione dei diritti umani e quelli dei lavoratori che vengono sfruttati nelle piantagioni. Il nostro Paese può dare un segnale importante in questo senso. Ne va della possibilità di sopravvivenza delle prossime generazioni.