Crac Banche Venete: il rischio prescrizione è dietro l’angolo

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Oltre 200 mila famiglie sono state ridotte sul lastrico a causa di scelte scellerate degli amministratori. Eppure al danno, si potrebbe aggiungere la beffa, visto che è molto probabile che tutti gli ex amministratori indagati, vengano salvati dalla prescrizione. Nel caso di BPVI i reati sono stati commessi fino al dicembre 2014 e dopo quasi 3 anni Gianni Zonin, ex presidente di BPVI, e Samuele Sorato, suo direttore generale, devono ancora essere rinviati a giudizio. Zonin e Sorato sono indagati per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, reati per i quali i termini di prescrizione sono fissati a 6 anni (massimo 7 anni e 6 mesi in caso di interruzione del procedimento). La procura di Vicenza non esclude anche ipotesi di truffa, falso in bilancio e vincolo associativo. Ma anche in questo caso i termini di prescrizione non differiscono sostanzialmente dai precedenti. Diverso sarebbe se venisse avvalorata l’ipotesi del reato di estorsione, ad oggi tuttavia non contestato.
Considerando la durata media dei processi in primo grado in Italia, sembrano esserci ben poche speranze, dunque, di arrivare al terzo grado di giudizio e ad una eventuale condanna definitiva.
I parlamentari M5S Enrico Cappelletti, Arianna Spessotto e Federico D’Incà, insieme ai consiglieri regionali veneti Jacopo Berti, Simone Scarabel e Patrizia Bartelle, sono andati ad incontrare il procuratore capo di Treviso Michele Dalla Costa, per meglio comprendere quante siano le probabilità che si verifichi il rischio prescrizione e cosa sia più opportuno fare per scongiurarlo. E’ evidente che bisogna fare presto, ma il panorama d’insieme è a dir poco allarmante.
Per dare continuità ad un lavoro di queste dimensioni non può bastare un singolo magistrato, anche considerando che la procura trevigiana è pesantemente sotto organico: ha 29 giudici quando dovrebbe averne 36 e 8 procuratori quando dovrebbero essere 12. Mancano in pianta organica anche molti impiegati amministrativi. Spesso sono gli stessi magistrati e gli ufficiali di polizia giudiziaria a doversi occupare delle loro funzioni, perdendo tempo. Il numero di fascicoli pendenti per sostituto è dell’ordine delle migliaia. Una situazione da terzo mondo.
Le responsabilità dei Governi sono tante, dai tagli alla giustizia ad un problema di regole che parte dalla pessima riforma della prescrizione appena varata, che affronta senza risolvere il problema. L’unica riforma sensata sarebbe quella di sospendere la decorrenza della prescrizione dal rinvio a giudizio degli imputati o, al limite, dalla condanna di primo grado. Per farlo servirebbe però un Governo dalle mani libere, sostenuto da parlamentari senza problemi con la giustizia, e soprattutto da gruppi politici senza finanziatori interessati ad una giustizia che non funzioni, come la vicenda di mafia capitale ci ha insegnato. Servirebbe inoltre un autentica task force di magistrati specializzati, da far giungere alle Procure coinvolte, per non lasciare disattese le legittime richieste di giustizia dei cittadini.
Una cosa deve essere chiara: se i processi agli amministratori di BPVI e Veneto Banca finiranno in prescrizione, non sarà certo per uno scherzo del destino. Sarà per una precisa volontà politica. Questo Governo se ne dovrà assumere tutte le responsabilità. Perché è evidente che ogni volta che scatta la prescrizione si premiano i furbi e umiliano i cittadini onesti. E’ meno evidente che è esattamente ciò che vuole la politica, che governa questo Paese.