Ambiente: grave acqua contaminata da petrolio in Basilicata, colpevoli paghino

“Siamo orgogliosi di poter vedere con i nostri occhi che finalmente chi inquina, paga. Oggi i Carabinieri del Noe hanno arrestato un dirigente dell’Eni e 13 persone sono indagate, a vario titolo, per disastro ambientale, abuso d’ufficio e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale”, spiega Gianluca Rospi, deputato lucano del MoVimento 5 Stelle in commissione Ambiente.
Thumbnail image for petrolio-in-mare-638x330.jpg
“Parliamo di una maxi indagine in Basilicata, nella Val d’Agri dove nel febbraio del 2017 sarebbero stati contaminati 26mila metri quadri di suolo e sottosuolo a causa di una fuoriuscita di petrolio che contaminò il reticolo idrografico dell’intera area. Sembra che il petrolio in questione sia passato nella rete fognaria e poi nella rete idrografica circostante che fornisce acqua alla Puglia”, prosegue Rospi. “E’ agghiacciante poter solo immaginare che l’acqua per i lucani e i pugliesi sia stata per anni contaminata da tonnellate di greggio, pericoloso per la salute umana. Con il Movimento 5 Stelle al governo chi distrugge l’ambiente inizia finalmente a pagare a caro prezzo le sue azioni criminali. Seguiremo da molto vicino la vicenda, senza più sconti per chi inquina”, conclude Gianluca Rospi.