M5S: L’ombra della ‘salva-Silvio’ si allunga sul Quirinale

Thumbnail image for consultazioni-quirinale.jpg

E’ surreale e scandaloso al tempo stesso sostenere in aula, come fa il governo di fronte al Parlamento sovrano, che la norma ‘salva-Silvio’ serva ai fini della semplificazione fiscale. Lo abbiamo denunciato in aula alla Camera con una interpellanza urgente, a prima firma Daniele Pesco, chiedendo al ministero dell’Economia chiarimenti sulla ‘Salva-Berlusconi’ contenuta nel decreto legislativo della delega fiscale.
Lo scambio, il mercimonio è alla luce del sole. I voti di Forza Italia per il Quirinale, almeno quelli che Berlusconi ancora controlla, barattati con una forma di immunità in favore del condannato. Il governo si è reso conto di essere stato pescato con le mani nella marmellata e ha frettolosamente ritirato il testo già vidimato dal Cdm e pubblicato sul sito del governo. Ma il problema è che il rinvio al 20 febbraio ingolfa clamorosamente i lavori delle commissioni e compromette la stessa partecipazione democratica al procedimento legislativo da parte dei gruppi parlamentari, visto che la delega fiscale scade il 27 marzo e finora la sua attuazione è limitata a un misero 15 per cento.

Ancor più grave sarebbe l’eventuale proroga dei termini della legge delega, eventualità peraltro non prevista nel testo e che costituirebbe secondo noi una ingiustificata ‘rimessione in termini’ per il governo, dimostratosi incapace di rispettare il termine fissato.

Per colpa del 19-bis siamo diventati, come al solito, lo zimbello d’Europa.
Al tavolo da gioco del Cdm, alla fine, vince sempre il baro Berlusconi. Andrebbe subito ritirato il decreto con l’aiutino a Berlusconi infilato dentro il testo la vigilia di Natale. E che dire del tetto di mille euro sotto il quale non sono punibili le fatture relative a operazioni inesistenti? E le nuove regole sulle dichiarazioni fraudolente?.
Altro che snellimento e certezza del diritto per tutti i cittadini. Qui siamo di fronte a una fregatura che potrebbe costarci fino a 16 miliardi, come certifica l’Agenzia delle entrate. E soprattutto si profila l’ennesimo regalone ai grandi evasori. Il governo dovrebbe spazzare via i rumors, fare subito chiarezza e non insistere con questa melina indecente: ne va della legittimazione politica del futuro presidente della Repubblica.