Ecco perchè il #redditodicittadinanza non è assistenzialismo

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Quelli che per screditare la proposta sul Reddito di Cittadinanza del M5S parlano di assistenzialismo, contribuiscono a disinformare la società, creando un grave danno a tutte quelle persone che, anche per la perdita del lavoro, hanno bisogno di essere tutelate urgentemente dallo Stato per poter riprendersi la propria vita.
L’assistenzialismo è un termine che spesso viene usato in senso negativo per indicare i fenomeni di sostegno ai redditi promossi dallo stato sociale. L’assistenzialismo, quindi, viene inteso come un’aiuto economico che offre lo Stato ad alcuni individui, senza chiedere alcuna controprestazione o obbligo in cambio. Ma non è questo sicuramente il caso del Reddito di Cittadinanza del M5s, e vi spieghiamo i motivi.
Innanzitutto bisogna precisare che il Reddito di cittadinanza non è né per i “furbetti” né per “fannulloni”. Il Reddito non verrà percepito, quindi, da coloro che pensano di potersene stare a casa a fare nulla mentre percepiscono un reddito, ma solo per coloro che accetteranno di essere accompagnati dallo Stato nella ricerca di un lavoro, anche attraverso specifici percorsi di formazione e di riqualificazione. Il Reddito di cittadinanza è, quindi, condizionato e collegato direttamente al lavoro ed alla formazione e prevede l’adempimento di diversi obblighi che dovranno essere rispettati per evitare di perdere il diritto al Reddito.
Il beneficiario del Reddito:
a) dovrà rendersi subito disponibile per lavorare, rivolgendosi ai Centri per l’impiego dove, quando sarà necessario, dovrà iniziare percorsi formativi e/o di riqualificazione, finalizzati al reinserimento nel mondo del lavoro (esclusi coloro che non sono in età lavorativa come i bambini ed i pensionati);
b) oltre a fare i corsi di formazione e riqualificazione, dovrà dimostrare di svolgere attività di ricerca del lavoro per almeno 2 ore al giorno, anche tramite servizi informatici (portale nazionale) controllati dallo Stato;
c) dovrà, durante il periodo di ricerca del lavoro e per un determinato numero di ore settimanali (8 ore settimanali), offrire un contributo lavorativo in favore della collettività, in base alle proprie competenze;
d) dovrà accettare le proposte di lavoro che gli vengono offerte grazie all’intermediazione dei Centri per l’impiego, potendo rifiutare un massimo di 3 proposte. Le proposte dovranno tenere conto dell’esperienza lavorativa precedente del beneficiario.
L’inadempimento di solo uno di questi obblighi, comporta per il beneficiario la perdita del diritto al Reddito oltre al fatto che, eventuali abusi o utilizzi impropri della misura, comportano delle specifiche sanzioni, anche di natura penali, a carico del beneficiario, tra le quali, anche la restituzione di tutte le somme percepite. In questi casi è previsto, inoltre, un controllo dettagliato anche da parte dell’Agenzia dell’Entrate, chiamata a verificare le varie fasi del percorso.
Vi sembra che il Reddito è assistenzialismo?
Per il M5S il Reddito di Cittadinanza è dignità, è lavoro, è una manovra economica imprescindibile ed è una misura che manca soltanto in Grecia ed in Italia e che, dunque, deve essere introdotto subito anche in Italia!