Il Governo ha imbavagliato i Giudici

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I nodi del Governo, prima o dopo, vengono tutti al pettine. La legge sulla responsabilità civile dei magistrati del 27 febbraio 2015, quella secondo la quale il Giudice potrebbe essere ritenuto responsabile qualora in sede di valutazione dei fatti e delle prove processuali la sua attività provochi un danno al cittadino, potrebbe essere ritenuta incostituzionale.
A sollevare il primo caso è stato il magistrato Cristian Vettoruzzo che avrebbe dovuto prendere una decisione al termine di un dibattimento sulle responsabilità del locatario di un capannone, all’interno del quale erano stati trovati 47 quintali di sigarette di contrabbando. L’accusa chiedeva la condanna dell’imputato a 2 anni, mentre la difesa chiedeva l’assoluzione. Il giudice però sospende il processo per rimettere gli atti alla Corte costituzionale. Nel processo, infatti, ci sono troppi “elementi indiziari” e valutare e interpretare gli indizi (che se gravi, precisi e concordanti costituiscono comunque una prova) diventa attività troppo complicata e rischiosa (per il Magistrato) secondo la nuova Legge voluta dal Governo.
Il Magistrato deve essere indipendente e libero di valutare le prove, senza temere conseguenze negative a seconda dell’esito del suo giudizio. Ma gli effetti della Legge approvata dalla Maggioranza, purtroppo, ledono gravemente questi principi, sino a snaturare le funzioni della giustizia e sino a rendere la fase istruttoria del processo totalmente inutile.
In sostanza il Giudice, che a volte deve fondare la propria decisione solo sulla valutazione di indizi, per timore di essere ritenuto responsabile nei confronti dell’imputato, decide di non decidere o assolve piuttosto che condannare. A porre rimedio è chiamata, ancora una volta, la Corte Costituzionale.