Basta frottole: il M5S non fa ricorso alle tutele crescenti

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Il Jobs Act è un provvedimento inutile, che non contribuisce alla crescita del mercato del lavoro né alle tutele dei lavoratori. Il Gruppo M5S Camera non ha fatto nessuna stabilizzazione in ragione della legge delega 183/2014 e chi afferma il contrario, per esempio gli esponenti Pd che dovrebbero conoscere ciò che votano, è ignorante o in malafede.
Abbiamo soltanto operato delle conversioni da contratti a tempo determinato a contratti a tempo indeterminato in ragione dell’articolo 1 comma 1 del decreto 34/2014, ossia il dl Poletti sulla disciplina dei contratti a termine.
La riforma Poletti, tra i tanti errori che contiene, non ha provveduto a definire la circostanza dei gruppi parlamentari che per natura hanno una vita limitata alla legislatura: è un non senso, infatti, assumere a tempo indeterminato se il gruppo verrà meno naturalmente al più tardi nel 2018. Ad ogni modo abbiamo rispettato il tetto massimo di contratti a termine rispetto al totale degli assunti. Ecco perché abbiamo operato queste stabilizzazioni ‘sui generis’.
Tra l’altro, i cambi di posizione contrattuale in seno al gruppo sono stati effettuati nel 2014, mentre il nuovo “contratto a tempo indeterminato” (si fa per dire) del Jobs act è entrato in vigore appena il 7 marzo scorso.
Qualcuno, infine, dice che il decreto Poletti non è altro che il primo provvedimento del Jobs Act. Se ne potrebbe discutere, ma in ogni caso il M5S ha solo ottemperato a un obbligo di legge e non ha aderito o sfruttato un’opzione a proprio favore come sarebbe invece successo con le tutele crescenti e come qualcuno cerca di far credere in queste ore.