Il “Patto” della disperazione di un Governo vergognoso
Sondaggi in caduta libera, batosta alle elezioni amministrative e Pil debolissimo. Davanti al fallimento totale del suo primo anno di Governo il Presidente del Consiglio si è convinto a promettere l’impossibile: un piano di riduzione delle tasse per 35-40 miliardi di qui al 2018. In confronto a questa vera e propria scommessa sulla pelle degli italiani, il milione di posti di lavoro di berlusconiana memoria impallidisce.
Secondo la propaganda governativa nel 2016 saranno eliminate le tasse sulla prima casa (Imu e Tasi), l’Imu agricola e la tassa sugli “imbullonati” (impianti industriali fissati a terra). Nel 2017 verranno ridotte sia l’Irap che l’Ires, le principali tasse sulle imprese. Nel 2018, infine, si metterà mano agli scaglioni Irpef (riducendoli da 5 a 2) e alle pensioni minime (ampliando il bonus degli 80 euro). 5 miliardi di minori entrate l’anno prossimo, altri 15 nel 2017 e circa 20 nel 2018. In totale: 40 miliardi.
Fin qui, nulla da ridire. Il problema è che questo Governo ci ha già abituato ai fuochi d’artificio, salvo poi lasciarci in mutande con una mancetta da 80 euro di nessuna efficacia economica. In effetti, anche questa volta il diavolo sta nei dettagli. Il Presidente del Consiglio non ha indicato alcuna copertura, e si è affrettato a rassicurare la signora Merkel e i mercati internazionali: il limite del 3% deficit/Pil non si discute e il percorso di austerità tracciato dal Fiscal Compact verrà rispettato. Se non si ripudiano i folli trattati europei, allora, come si possono ridurre di 40 miliardi le tasse? Vediamo perché il nuovo “patto con gli italiani” è l’ennesima fregatura di questo Governo in salsa Pd:
2016: l’abolizione delle tasse sulla casa e dell’Imu agricola sembrerebbero alla portata. In fondo si tratta di soli 5 miliardi. Il problema è che il Governo ha già fatto danni irreparabili l’anno passato. Nella legge finanziaria 2015, infatti, in previsione di una crescita reale del Pil molto minore di quella indicata, venivano approvati 16 miliardi di nuove tasse per il 2016. Si tratta delle famose ‘clausole di salvaguardia’, che riguardano l’aumento vertiginoso dell’Iva e delle accise sui carburanti. Per evitare che queste tasse si traducano in realtà vanno trovati 16 miliardi. Sommati ai 5 delle nuove promesse fanno 21.
Una soluzione sarebbe la “spending review” di Cottarelli, ma da quest’ultima si possono ricavare solo 10 miliardi e il Governo ha già dimostrato di non avere alcuna intenzione di tagliare sprechi e privilegi della politica.
2017: anche per l’anno successivo sono già in previsione altre “clausole di salvaguardia”, per un totale di 26 miliardi di euro. Per scongiurare questo macigno fiscale e rispettare le promesse (rimodulazione Irap e Ires) al Governo servirebbero 41 miliardi (26+15). Inutile dire che senza una radicale inversione della politica economica europea stiamo parlando di fantapolitica, e il premier non ha alcuna intenzione di ribaltare il tavolo, come ha dimostrato durante l’inutile semestre europeo a guida italiana.
2018: pure nel 2018 la clausole di salvaguardia vincolano l’azione del Governo. Questa volta si tratta addirittura di 28,5 miliardi di euro. Sommati ai 20 del “patto con gli italiani” (intervento sulle pensioni minime e rimodulazione scaglioni Irpef) si arriva alla mostruosa cifra di 48,5 miliardi di euro. Non servono commenti.
A ciò si aggiunga che la Corte costituzionale ha riportato il Governo sulla terra già in due occasioni. Serviranno infatti altri miliardi di euro nei prossimi anni per rimborsare almeno in parte i pensionati e per sbloccare i contratti della pubblica amministrazione.
Davanti alla nuda realtà, al premier rimangono due sole alternative: o rimangiarsi la parola perdendo ogni residua credibilità, o massacrare gli italiani smantellando lo Stato sociale e i servizi primari, dalla scuola alla sanità, passando per le pensioni e gli Enti locali. Tutto perché la “Terza Via”, quella della sovranità nazionale e della lotta agli sprechi interni, questo Governo non può nemmeno pensare di percorrerla…
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