Economia, tasse, balle e l’autunno caldissimo del governo

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La nota di aggiornamento al Def da presentare alle Camere entro il 20 settembre e la legge di Stabilità da spedire all’Europa entro il 15 ottobre. Sono le due scadenze chiave dell’autunno economico per l’Italia e per il governo, autunno che si preannuncia caldissimo.
Il ministero dell’Economia, che forse anticiperà di qualche giorno la presentazione della manovra in Ue, si trova di fronte a un’impresa improba: far quadrare i conti e dare seguito, al tempo stesso, alle mirabolanti promesse fiscali del presidente del Consiglio.

Renzi dovrà mettere a punto una manovra che si sta via via gonfiando e che dovrebbe attestarsi attorno ai 30-35 miliardi. Il governo deve infatti neutralizzare quasi 17 miliardi di clausole di salvaguardia (aumenti automatici di Iva e accise, taglio orizzontale delle tax expenditures) e poi deve ottemperare alle due sentenze della Consulta che hanno rimesso in moto la dinamica di adeguamento al costo della vita delle pensioni e degli stipendi dei dipendenti pubblici. La mancetta elargita per le prime costerà nel 2016 circa mezzo miliardo in più, mentre per i secondi serviranno circa 1,7 miliardi. Totale, oltre 2 miliardi.

Il premier ha poi promesso più volte che avrebbe rinnovato gli incentivi per le assunzioni a tutele crescenti, che potrebbero valere circa 5 miliardi. Adesso, però, il governo si starebbe orientando verso una decontribuzione selettiva in favore del lavoro al Sud e un taglio generalizzato di 3-4 punti dei contributi per tutti i dipendenti: in pratica una riduzione del costo del lavoro che varrebbe circa 8 miliardi.

Ma soprattutto Renzi ha imitato il suo nume tutelare, Silvio Berlusconi, annunciando l’abolizione della tassa sulla prima casa, dell’Imu agricola e sugli impianti imbullonati dei capannoni. Costo: altri 5 miliardi circa. Vanno pure coperti, visto che ci siamo, gli oltre 700 milioni del reverse charge bocciato dalla Ue. E infine il governo delle balle spaziali ha promesso un’elemosina sul fronte della lotta alla povertà e una riforma per rendere più flessibile l’uscita dal mondo del lavoro.
Facendo due conti, a Renzi servono almeno 30 miliardi. Dove li trova?

Palazzo Chigi promette 10 miliardi di spending review. Ma finora l’unica cosa in cui sono stati bravissimi è l’ulteriore massacro ai danni della sanità pubblica. Sembra difficile che il nuovo demiurgo delle sforbiciate, il deputato Pd Yoram Gutgeld, possa trovare in pochi mesi una cifra simile toccando soltanto gli sprechi.

Poi c’è tutta la partita diplomatica e politica con l’Europa per utilizzare il margine sul deficit-Pil che, dall’1,8% atteso, il governo vorrebbe spingere dalle parti del 3% (ma sempre sotto il limite, attenzione, non sia mai che Renzi faccia uno sgarbo alla Merkel). Si tratterebbe di poter utilizzare 16-17 miliardi in cambio dello sforzo dell’Italia sulle riforme che piacciono alle oligarchie Ue e alla grande finanza. E’ tutto da vedere, però, che la Commissione Ue accetti ulteriori ritardi (magari un altro anno) sul percorso di conseguimento dell’obiettivo di medio termine e del pareggio di bilancio.

Il pessimismo sull’atteggiamento di Bruxelles è d’obbligo anche perché, nel frattempo, la crescita italiana rimane anemica e l’ultimo dato Istat sulla produzione industriale stagnante lo dimostra appieno. Palazzo Chigi conta di utilizzare un paio di miliardi risparmiati sugli interessi sul debito, d’accordo, ma il tesoretto supplementare che deriverebbe invece da un miglior andamento del Pil appare oggi a di poco nebuloso.

A questo punto Renzi ammetta che il M5S ha ragione e che bisogna sforare i folli parametri dell’Eurozona, a cominciare dal 3%. Altrimenti vuol dire che sta facendo il gioco delle tre carte e prende in giro gli italiani, per cui taglia da una parte e bastona dall’altra. Noi non siamo contrari a fare deficit e debito (se usati bene), ma il M5S ragiona fuori dalle gabbie dell’euro e con una sovranità monetaria riconquistata che ci proteggerebbe anche da eventuali tensioni sui nostri titoli.
Ora aspettiamo il governo al varco.
Dopo un autunno e un inverno torna sempre la bella stagione. Il M5S è pronto per regalare una nuova primavera a questo Paese.