Turismo: tassazione bassa ed equa per gli affitti turistici

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La lobby degli albergatori affila le armi e sale la pressione sul legislatore, a tutti i livelli. L’Italia è una delle principali mete turistiche mondiali, e quest’anno lo sarà ancora di più a causa del Giubileo. I numeri sono da acquolina in bocca per i gestori di hotel: nel 2000 il giro d’affari fu di 13mila miliardi di lire. Un’enormità.
Nel frattempo, però, la ricettività è cambiata: sono cresciute le strutture “informali”, i B&B familiari, gli affittacamere saltuari, gli ostelli e le case vacanze, ma anche i sistemi di gestione degli affitti in Rete, attraverso i portali globali quali AirBnB o dal gruppo Home Away.
Gli albergatori temono così di perdere una bella fetta della grande torta che sta per arrivare sul tavolo. E con la scusa dell’abusivismo, della concorrenza sleale e del rischio sicurezza, tentano di imporre, facendo leva sulla politica e sull’amministrazione, regole da accoglienza professionale a chi accoglienza professionale non fa.
La pressione ha già sortito i suoi effetti sulla Regione Lazio che ha imposto, con un nuovo regolamento, un giro di vite sugli affittacamere.
La lobby degli hotel è ben ascoltata anche a Palazzo Chigi e in Parlamento? A pensar male si fa peccato, ma per lo più ci si azzecca.
Infatti suona strano quanto accaduto, in Commissione Finanze di Montecitorio, alla risoluzione del M5S che cerca di dare al settore degli affitti brevi una soluzione fiscalmente seria e sostenibile.
Il documento a prima firma Daniele Pesco è da tempo incardinato, ma la maggioranza ne ha totalmente insabbiato la discussione.
La risoluzione rappresenta una riforma a costo zero che può portare all’erario fino a 100 milioni di euro e che conduce a un riequilibrio del mercato dell’accoglienza turistica.
Il sommerso frequente è strumentalizzato dagli albergatori che portano il loro attacco alle strutture alternative. Tuttavia, è un dato di fatto che molti proprietari di camere, da operatori in forma privata e non imprenditoriale, spesso spariscono al momento del pagamento dell’imposta, che tra l’altro è contenuta e pari, per questo tipo di locazione, alla cedolare secca.
Il M5S propone che siano i siti internet intermediari a fare da sostituti d’imposta, trattenendo l’imposta e versandola allo Stato nel momento stesso della transazione. Per incentivare l’emersione chiediamo di estendere a questo tipo di rapporti la cedolare secca al 10% che vale oggi per i canoni concordati. Se invece il contratto viene concluso direttamente dal proprietario, la risoluzione M5S prevede che siano banche e sportelli postali ad agire da sostituto di imposta. In tal modo avremmo una tassazione molto bassa, automatica ed efficiente.
Infine la risoluzione Pesco punta alla messa a punto di una piattaforma online gestita dall’Agenzia delle entrate che consenta la liquidazione e il pagamento delle imposte dovute.
Ecco l’ennesima idea concreta del M5S in favore del settore turistico, con notevoli benefici per le casse dello Stato.