Glifosato, Pd usi stessa precisione con database ministero

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Roma, 16.09.2016 – “Se il Pd e il Governo applicassero lo stesso zelo, che usano per attaccare il M5S, prima nello scrivere e poi nel leggere le schede di sicurezza sul glifosato contenute nel database del ministero della Salute, l’ambiente e il benessere dei cittadini ora non sarebbero in balia delle mire del colosso Bayer-Monsanto che puntano su un’agricoltura a base di pesticidi e Ogm. È inutile che ora il Governo piddino cerchi di salvarsi la faccia giocando con le parole dopo aver fatto in Italia e in Europa gli interessi delle multinazionali”. Così i deputati del M5S della Commissione Agricoltura relativamente alle dichiarazioni di Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in ComAgri. “Abbiamo infatti riscontrato che nel database del ministero della Salute su un totale di 173 schede di sicurezza sui composti a base di glifosato, ben 68 sono parziali e manchevoli di informazioni fondamentali, come l’indicazione del coformulante associato. E inoltre solo 85 composti a base del pesticida nocivo sono stati revocati. Un pasticcio che è rimasto nel decreto nonostante il ministero della Salute ad agosto lo abbia emanato ben due volte. Riguardo al voto nelle diverse sedi Ue, il Pd come al solito fa il gioco delle tre carte: è vero che in Parlamento ha votato contro il rinnovo dell’autorizzazione del glifosato per 15 anni ma poi, nel testo definitivo della risoluzione approvato in plenaria, con il sostegno dei parlamentari del PD, si è chiesto alla Commissione Ue di consentirne l’utilizzo per altri 7 anni. Poi, politicamente indebolita da questo voto, nel Comitato d’appello, l’Italia si è astenuta sul rinnovo per 18 mesi. Si è astenuta anche la Germania, sede della Bayer che ha poi acquistato la Monsanto, appunto la multinazionale che produce il glifosato, il pesticida più usato al mondo definito ‘potenzialmente cancerogeno’ dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro. Per quanto riguarda invece, lo schema di decreto in discussione alla Camera e al Senato che potrebbe permettere alle Regioni italiane di decidere autonomamente se coltivare o meno gli Ogm, sappiamo bene che è previsto dalla Costituzione ed è proprio per questo che ci preoccupiamo: perché va contro la politica nazionale”.